Seduta del consiglio comunale di Corleone |
DINO PATERNOSTRO
Quanta confusione, signor Sindaco. Quanta confusione tra pubblico e privato. Le avevamo chiesto i criteri di nomina dei componenti del Consorzio “Terre di Corleone” e del Laboratorio della Legalità. Lei ha risposto alternando confusamente attestati di competenza professionale (Tizio è bravo al computer, Caio sa tenere la contabilità…) con attestati di grande amicizia personale (Sempronio lo conosco da quando è nato: persona onestissima, come la sua famiglia…). Ma dice vero, signor Sindaco? Davvero non sa distinguere le professionalità che un ente acquisisce con un incarico professionale o un’assunzione a termine e le professionalità necessarie per dirigere un Consorzio di promozione dei prodotti agricoli o il Laboratorio della Legalità? Non lo sa o fa finta di non saperlo?
Non sa
che nel Mezzogiorno in generale (e in terra di mafia in particolare) bisogna
tenere separati (nettamente separati) i rapporti di amicizia personale dalle scelte
professionali? E che, anzi, un amico non lo si nomina negli Enti per evitare anche il solo sospetto di favoritismo, clientelismo, familismo? No, lei non lo sa. Noi le abbiamo suggerito come fare:
azzeri tutte le nomine, faccia degli avvisi pubblici, chiedendo ad ogni cittadino
in possesso dei necessari requisiti professionali di avanzare istanza, infine
selezioni attraverso la comparazione dei curricula. Così si fa nelle città
moderne, democratiche, che premiano il merito e che rifuggono dal becero
clientelismo. Quanta confusione, signor Sindaco. Quanta confusione tra pubblico e privato. Le avevamo chiesto i criteri di nomina dei componenti del Consorzio “Terre di Corleone” e del Laboratorio della Legalità. Lei ha risposto alternando confusamente attestati di competenza professionale (Tizio è bravo al computer, Caio sa tenere la contabilità…) con attestati di grande amicizia personale (Sempronio lo conosco da quando è nato: persona onestissima, come la sua famiglia…). Ma dice vero, signor Sindaco? Davvero non sa distinguere le professionalità che un ente acquisisce con un incarico professionale o un’assunzione a termine e le professionalità necessarie per dirigere un Consorzio di promozione dei prodotti agricoli o il Laboratorio della Legalità? Non lo sa o fa finta di non saperlo?
Ma lei, signor sindaco, non sa nemmeno che quando un
sindaco scrive, lo deve fare su carta intestata del Comune e protocollando la
lettera in uscita? Eppure rappresenta l’a-b-c della corretta procedura
amministrativa. Lei potrebbe non saperlo (strano, però, con la laurea che si
ritrova…), ma si faccia almeno
consigliare dai capi settori e dalla segretaria generale!
Lo scorso 10 agosto, in consiglio comunale, non
abbiamo capito i criteri di nomina dei componenti il Consorzio e il
Laboratorio. E, quel ch’è peggio, non abbiamo capito perché non ha sentito il
bisogno di esprimersi sulla domanda relativa al presunto motivo per cui non ha
riconfermato l’avv. Mario Midulla nel Laboratorio della Legalità. È vero – come
scrive il Giornale di Sicilia – che Midulla ha pagato l’essersi contrapposto
alla figlia di Totò Riina nelle elezioni per il consiglio di circolo della Scuola
elementare? Questa è una domanda da cui lei si sente offesa, ha detto in
consiglio comunale. Per la verità, a sentirsi offesa dovrebbe essere la Città
di Corleone, della quale (almeno all’esterno) si potrebbe pensare che abbia una
classe dirigente pavida e incapace di reagire alle prevaricazioni mafiose.
Sabato sera ha dichiarato che sta pensando di tutelarsi legalmente dalle mie
insinuazioni? Brava, sindaco! Si tuteli, ma tuteli (finora non l’ha fatto in
maniera efficace!) pure il buon nome di Corleone!
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