“La posizione dell’assessore alla Salute Massimo Russo rispetto agli
accorpamenti dei laboratori di analisi è incomprensibile, oltre che infondata:
Russo insiste nel voler renderne obbligatorio l’accorpamento dei centri che non
raggiungono i 200 mila esami l’anno, quando in realtà la norma – così come si
evince dalle decisioni della Conferenza Stato Regioni, e dagli atti di
programmazione sanitaria vigente - prevede che l’accorpamento sia ‘possibile’ e
non obbligatorio”. Lo dice Giuseppe Laccoto, presidente della commissione
sanità all’Ars.
“La questione degli accorpamenti è assai delicata – aggiunge – perché
rischia di creare difficoltà per l’utenza, per la qualità dei servizi e per il
futuro lavorativo di oltre 5.000 operatori in tutta l’isola. La commissione
Sanità – aggiunge - ha più volte espresso, anche formalmente, unanime
contrarietà a qualsiasi atto programmatico dell’assessore Russo che imponga le
aggregazioni ai laboratori privati entro il 2012, estromettendo dal sistema
della convenzionata esterna le strutture non oggi in grado di erogare 200.000
esami/anno, ignorando le peculiari esigenze del territorio regionale e senza
alcuna apprezzabile e dimostrata ricaduta a vantaggio della qualità delle
prestazioni e del risparmio della spesa sanitaria regionale”.
Con l’accordo del 23 marzo 2011 la Conferenza Stato-Regioni prevede che i
criteri dell’accorpamento non siano cogenti erga omnes in
tutta Italia ma “vanno applicati nel rispetto dell’autonomia delle Regioni e
nella traduzione operativa ritenuta più consona alle specifiche realtà
territoriali” per cui il processo di aggregazione deve
attenersi a razionali presupposti di effettivo beneficio a vantaggio del
servizio sanitario regionale e dell’utenza, nonché a vincoli che salvaguardino
dal rischio di concentrazione di posizioni dominanti evitando l’ingresso di
soggetti diversi dalle strutture di laboratorio oltre a precisi limiti agli
ambiti territoriali delle aggregazioni.
“L’assessore Russo – prosegue Laccoto, che in questa vicenda è impegnato
insieme con tutti i componenti della commissione Sanità all’Ars - sostiene di
aver raggiunto un intesa con la maggioranza delle Organizzazioni sindacali di
categoria finalizzata alla progettata chiusura dei laboratori sotto la soglia
minima delle 200.000 prestazioni l’anno entro il 2012, ma questa intesa risulta
smentita dagli oltre 250 fax inviati dai titolari delle strutture (oltre il 50%
del settore interessato) che non si riconoscono nelle sigle sindacali che
avrebbero raggiunto l’accordo, del quale si contestano i contenuti ed i
presupposti;
“Oltretutto – conclude Laccoto - non essendo stati dimostrati i benefici
che deriverebbero dal processo aggregativo ipotizzato dall’assessorato Russo,
ogni atto amministrativo volto ad imporre gli accorpamenti nel 2012 senza
neppure tener conto del termine triennale stabilito dalla Conferenza
Stato-Regioni, si tramuterebbe inevitabilmente in una inaccettabile
penalizzazione, priva di effetti positivi per l’utenza e per la stessa Regione,
che produrrebbe soltanto una cieca e forzata chiusura obbligatoria dei
laboratori con conseguenze negative anche per l’economia siciliana e per i
livelli occupazionali".
venerdì 27 luglio 2012
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