Nicola Zingaretti |
Il “rating” è sprofondato quasi un ventennio fa con l’ascesa al potere del
presidente editore, e senza più alcun segno di ripresa. Anni di censure, espulsioni di giornalisti, conduttori, attori comici
sgraditi, tentativi reiterati di bavaglio perfino alla rete che
dovrebbe essere il luogo per antonomasia della libertà di espressione.
Lo spettro del berlusconismo, mai sbiadito
irrompe nuovamente sulla scena politica. Il fantasma del palc-oscenico
ricompare dopo mesi di silenzio scalzando il suo gregario dal ruolo di
protagonista che lui stesso gli aveva solennemente assegnato. Torna alla
ribalta con l’ennesimocoup de theatre: Mario Monti annuncia di
non ricandidarsi alla fine del suo mandato e lui, Silvio
Berlusconi, il giorno successivo, a dispetto di quanti lo vedevano suggeritore dietro
le quinte, si ripresenta e rilancia la sua candidatura.
Per la sesta volta tenta di riapprodare a
Palazzo Chigi l’uomo della P2, degli scandali
sessuali, del conflitto di interessi e del sodalizio
imperturbabile con personaggi comeMangano e Dell’Utri. Quelle relazioni equivoche di cui parlò Paolo Borsellino nell’ultima celebre intervista rilasciata
il 21 maggio 1992 a Canal Plus, due mesi prima di morire e rimasta inedita sino
al settembre del 2000 quando la troupe di Rainews24, diretta allora daRoberto Morrione decise di mandarla in onda.
Abbiamo scelto come data per la Festa di
Articolo21 proprio il giorno del ventesimo
anniversario della Strage di via d’Amelio. Non per una commemorazione retorica ma
per ricordare chi si è battuto per la giustizia e la verità, pagando il prezzo
più alto. Per questo abbiamo deciso di assegnare il premio Paolo Giuntella per la libertà di informazione a Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista ucciso
dalla mafia nel 1948 e a cui solo dopo 64 anni sono stati concessi i Funerali
di Stato e a Radio Siani, l’emittente che porta
il nome del cronista napoletano ucciso dalla camorra a 26 anni e che da anni,
sul web, cerca di scardinare la cultura dell’arroganza, dell’indifferenza,
dell’omertà.
A svelare minuziosamente la rete di
interessi e commistioni tra la politica e i clan camorristici, sono stati anche
gli autori del libro “Il Casalese”, un’opera collettiva
che, in Campania, ha fatto tremare il partito dell’ex presidente del Consiglio.
Abbiamo deciso di premiarli perchè oltre al prezioso lavoro di inchiesta non si
sono piegati alle intimidazioni dei Cosentino…
Non si sono mai arresi nemmeno i promotori
della Campagna LasciateCIEentrare e Lucia Uva (che riceveranno gli altri due premi). I
primi hanno condotto una battaglia instancabile per sensibilizzare
l’informazione e l’opinione pubblica sui Centri di Identificazione, così
tragicamente simili a veri e propri lager nei quali i giornalisti non potevano
entrare per descrivere condizioni al limite della vivibilità e della dignità
umana.
Lucia Uva, insieme a Patrizia Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Domenica Ferrulli, sono donne che hanno
lottato e tuttora lottano per un briciolo di giustizia e di verità dopo la
morte dei loro cari. Hanno mostrato pubblicamente i volti insanguinati dei loro
figli, fratelli, mariti, vittime di abusi di potere e manifestando contro una
legge bavaglio che rischierebbe di compromettere i relativi processi.
Con noi ci sarà Ottavia Piccolo, artista da sempre impegnata nelle
battaglie civili e che ha restituito al pubblico la verità su Anna Politkovskaja, una giornalista uccisa per colpire la libertà di stampa.
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