Un momento della fiaccolata |
E il sindaco Lea Savona, che ormai sta diventando famosa per i suoi “colpi di testa” (ma chi la consiglia?!), ha desistito dall’idea balzana, che aveva fatto saltare dalla sedia tanti cittadini onesti, di consegnare le chiavi della città al feroce boss mafioso latitante della zona di Trapani. Anche perché nella sua stessa maggioranza serpeggiavano riserve e malumori, con prese di distanza esplicita da parte del presidente del consiglio comunale Stefano Gambino e mugugni da parte di Mario Lanza. «Se il sindaco fa questo, io giro i tacchi e vado via!», diceva Gambino. Ma il sindaco non l’ha fatto, anche perché si è vista voltare le spalle dagli stessi avvocati, che in un primo momento, forse, in qualche modo, l’avevano incoraggiata a fare l’incredibile e controproducente provocazione di consegna delle chiavi ad un boss mafioso. E avrà notato anche una silenziosa presa di distanza degli stessi magistrati, che pure le avevano consentito di attaccare al cancello del tribunale una sagoma a grandezza naturale che riproduceva il boss trapanese latitante da anni.
La fiaccolata, partita alle 20,30 da piazza Garibaldi,
davanti al municipio, aveva percorso silenziosamente tutto il corso principale
della città, arrivando, poco dopo le 21.00, davanti la sede della sezione
distaccata del Tribunale, in via G. Verdi, che il governo ha deciso di chiudere.
Si è aperto il cancello, a cui era attaccata la sagoma di Messina Denaro, ma il
sindaco Savona ha tirato dritta, non si è fermata a consegnargli le chiavi. Ma,
davanti a quella sagoma io non ce l’ho fatta a tirare dritto ed ho cercato di
strapparla, riuscendoci a metà. Qualche minuto dopo, l’opera la completavano Calogero
Parisi, Giuseppe Crapisi e i ragazzi dei campi di lavoro, staccando a forza la
sagoma di Matteo Messina Denaro dal cancello, buttandola per terra e
calpestandola ripetutamente.
Davanti al portone del Tribunale il sindaco ha quasi
dimenticato di ricordare Borsellino, parlando quasi esclusivamente del
Tribunale che il governo ha deciso di chiudere. «Lo difenderemo a tutti i
costi, perché il Tribunale per noi è ancora più importante dello stesso
ospedale». Anche questa un’affermazione sopra le righe, che ha fatto storcere
il muso a più di un cittadino presente. «Dobbiamo difenderli e salvarli
entrambi – diceva una signora – ma al primo posto io metterei l’ospedale
19 luglio 2012
3 commenti:
"Il tribunale piú importante dell'ospedale"..... Mah! Per me é una follia. L'OSPEDALE NON SI TOCCA
Quando l'idea di un gesto simile, voglio dire la consegna delle chiavi alla mafia, viene da un sindaco di quella parte politica...beh, viene da pensare che non si tratti di un gesto simbolico!
Penso che un Sindaco, prima di tutto prima di farsi consigliare, dovrebbe essere in grado di pensare con la propria testa! Poi consultarsi!! Prendo atto che , dopo aver ascoltato le parole del Sindaco, Corleone è governata da fantasmi, che dietro il nome del Sindaco Lea Savona governano e diriggono. Siamo in uno stato di mafia aperto. La democrazia, i giovani e la gente di una certa età non sa cosa sia. Non conosce le lotte e il sangue che i loro antenati hanno versato per la loro libertà, libertà che adesso è infangata e soppressa. Si vede ad occhio nudo e se ne respira l'aria. Povera Corleone e poveri corleonesi... e la Curia corleonese che si preoccupa se deve affrontare distanze per avere giustizia, invece di preoccuparsi del fatto che ogni cittadino ha il sacrosanto dovere di difendere , con le azioni e con i fatti la libertà di ognuno e non farsi abbindolare dai lupi della politica mafiosa, affichè l'omertà abbia come ha il spopravvento, permettendo di continuare ad essere un paese in cui il 50% degli abitanti è mafioso!!
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