Don Luigi Ciotti |
Dopo Mesagne e Belpasso, gli ultimi due episodi si sono verificati nel Trapanese in contemporanea: un uliveto di Castelvetrano e un altro uliveto a Partanna, zona già colpita dieci giorni fa
PALERMO - Nessuno crede alla
casualità. Cinque incendi in dieci giorni in oliveti e vigneti confiscati alle
organizzazioni criminali e affidati alle cooperative di Libera suonano come una
evidente intimidazione. Gli ultimi due episodi si sono verificati nel Trapanese
praticamente in contemporanea in un uliveto di Castelvetrano e in un altro a
Partanna, poco distante da dove, solo dieci giorni fa, un altro incendio aveva
mandato in fumo ettari di coltivazioni dei ragazzi delle cooperative di Libera.
Gli
ultimi incendi, che seguono quello di Mesagne in Puglia (il paese venuto alle
cronache dopo l'attentato di Brindisi) e quello di Belpasso nel Catanese, preoccupano Don Luigi
Ciotti, il fondatore di Libera, che dice: "Non possiamo più pensare a
delle coincidenze. Non possono lasciarci indifferenti i recenti episodi di
vandalismo a danno dei beni confiscati alle mafie, dalla Puglia alla Sicilia,
dal Lazio alla Calabria". "Quei beni - dice Don Ciotti - non sono solo uno
schiaffo alle organizzazioni criminali, ma anche uno strumento per indebolirle
in ciò che le rende forti: l'accumulazione illecita di capitali. Libera sente
un debito di gratitudine verso chiunque, dalle forze dell'ordine alle
istituzioni e amministrazioni local, contribuisce per garantire la sicurezza di
quelle realtà, ma alla luce del susseguirsi degli incendi e vandalismi è chiaro che qualcosa nel meccanismo di
tutela deve essere rivisto".La Repubblica, 12.06.2012
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