di Antonio Mazzeo
Disagi
e limitazioni al traffico aereo per tutta l’estate nell’aeroporto di Trapani
Birgi, causa le supersegrete operazioni dei droni schierati a Sigonella dalle
forze armate USA e NATO. Secondo quanto rilevato dall’associazione antimafie
“Rita Atria”, la mattina dell’1 giugno sono state emesse tre notificazioni ai
piloti di aeromobili (NOTAM) in transito dallo scalo trapanese che impongono la
sospensione delle procedure strumentali standard nelle fasi di accesso,
partenza e arrivo degli aerei, dall’11 giugno al 29 agosto 2012. I NOTAM,
distinti rispettivamente con i codici B3990, B3991 e B3992, specificano che le
sospensioni sono dovute all’“attività degliUnmanned Aircraft”, gli aerei
senza pilota utilizzati per le operazioni di spionaggio, guida di attacchi
aerei e lancio di bombe teleguidate e missili.
“C’è bisogno di trovare ed inventare strade per
portare efficacemente davanti all’Alta Corte Costituzionale, ultimo presidio a difesa della
Democrazia, le leggi estranee alla natura e cultura
della Costituzione, come quella n.178 del 14 Luglio 2004 che regola l’uso dei
velivoli senza pilota militari nello spazio aereo nazionale”, commenta
l’associazione “Rita Atria”. “Quella legge anzitutto mente,
perché parla di droni che sarebbero di pertinenza delle nostre forze armate mentre tali tipi di armamenti sono gestiti direttamente
ed esclusivamente dagli statunitensi. Con
questa menzogna i legislatori hanno ritenuto di potersi sottrarre all’obbligo
di concordare parità di
condizioniper poter consentire a limitazioni alla propria sovranità, come recita l’art. 11
della Costituzione. E l’automatica limitazione dell’attività aerea
civile, inaree impegnate
da voli senza pilota, costituisce una insopportabile limitazione di sovranità
ove non sia finalizzata con chiarezza alla costruzione di
un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
Quello
di Trapani Birgi è un aeroporto classificato come “militare aperto al traffico
aereo civile”, così tutti i servizi di assistenza al volo agli aerei civili che
atterrano e decollano dall’aerostazione “Vincenzo Florio” sono forniti dal
personale dell’Aeronautica. La preponderante vocazione militare dello scalo
risale comunque al 1° ottobre 1984, quando per rafforzare il fianco sud dell’Alleanza Atlantica, vi fu
costituito il 37° Stormo dell’Aeronautica insieme al 18° Gruppo volo dotato di
cacciabombardieri F-104. Successivamente fu insediato anche l’82° Centro CSAR (Combat Search and Rescue), uno
dei reparti del 15° Stormo CSAR di Cervia (Ravenna) equipaggiato con gli
elicotteri HH-3F, con compiti di ricerca e soccorso degli equipaggi di volo in difficoltà
e di dispersi in mare o in montagna, trasporto sanitario d’urgenza e soccorso
di traumatizzati gravi. Dalla seconda metà degli anni Ottanta,Trapani Birgi è
pure una delle basi operative
avanzate (FOB) degli
aerei-radar E-3A AWACS nell’ambito
del programma multinazionale NATO
Airborne Early Warning Force per
la sorveglianza integrata dello spazio aereo, il cui comando generale è
ospitato a Geilenkirchen
(Germania).
Sino
allo scorso 23 maggio, il 18°
Gruppo dell’AMI ha operato da Trapani con i cacciabombardieri F-16 “Fighting
Falcon”, ottenuti in leasing nel giugno 2003 dagli Stati Uniti con il programma Peace Caesar. “Il programma
nasceva dalla necessità dell’Aeronautica di dotarsi di un velivolo caccia in
attesa dell’ingresso in servizio del nuovo Eurofigther 2000 Typhoon”, spiega in una nota il
Ministero della difesa italiano. Peace
Caesar prese avvio il 15
marzo 2001 con la firma tra Italia e Stati Uniti del Foreign Military Sale, un
contratto che prevedeva il pagamento delle sole ore di volo (45.000), fino al
2010, di 34 caccia F-16 di proprietà US Air Force. Il contratto imponeva
inoltre il coinvolgimento nella manutenzione dei velivoli di personale italiano
e statunitense e l’addestramento di piloti e tecnici dell’Aeronautica presso il
162nd Tactical Fighter Wing dell’Air National Guard a Tucson (USA). Nel 2009 il
programma è stato prorogato sino al primo semestre 2012 e il totale delle ore
di volo è stato esteso a 47.800. Con piena soddisfazione di Washington che ha
rafforzato la sua posizione politica e finanziaria di fronte al partner-cliente
italiano.
“Durante
i nove anni di attività in Italia, i caccia F-16 sono stati impiegati
quotidianamente per la difesa dello spazio aereo nazionale”, afferma il
Ministero della difesa. “I velivoli sono stati impiegati pure in occasione dei
grandi eventi svolti in Italia negli ultimi anni come, ad esempio, durante
l’inaugurazione del pontificato di Benedetto XVI (Operazione Jupiter,
aprile 2005), in occasione delle olimpiadi invernali di Torino 2006 e nel 2009
durante l’operazione militare interforze Giotto per il dispositivo di sicurezza del
summit G8 tenutosi a L’Aquila”.
Ancora
più significativi gli interventi bellici dei mezzi e degli uomini del 37°
Stormo di Trapani Birgi. Nel
1986, durante la prima crisi con la Libia, il reparto ha assicurato la “scorta
degli aerei civili diretti nelle isole minori, nonché la protezione delle navi
impegnate nell’area”. Gli F-16 del 18° Gruppo sono stati poi ampiamente
utilizzati durante l’operazione Allied
Force in Kosovo nel 1999 e,
lo scorso anno, nelle azioni di
guerra in Libia, prima sotto il comando di US Africom (Odyssey Dawn) e poi della NATO (Unified
Protector). Nella prima fase
del conflitto libico, nello specifico, sono stati assegnati al Gruppo di
Trapani i compiti di “protezione e scorta delle missioni di soppressione delle
difese aeree nemiche (SEAD)” e di “offensiva contro-aerea (OCA)”.
Successivamente, sono giunte le missioni di “protezione di assetti di alto
valore strategico (principalmente aerei rifornitori ed aerei radar AWACS),
ricerca ed intercettazione di elicotteri e di aerei a bassa velocità,
implementazione della No Fly
Zone, difesa aerea”.
L’aeroporto
di Trapani è stato sicuramente quello più impegnato nelle operazioni di guerra
in Libia. Le attività alleate sono iniziate il 19 marzo 2011 e sono proseguite
senza soluzione di continuità fino al 31 ottobre, anche se alcune componenti
aeree sono rimaste operative a Birgi sino al successivo 14 dicembre, giorno in
cui si è tenuta la cerimonia
ufficiale di chiusura dell’operazione Unified
Protector. “A Trapani sono
confluiti tutti i supporti, uomini e donne, inviati dagli altri reparti
dell’Aeronautica Militare per garantire la sostenibilità delle operazioni in
modo continuo, e per questo è stato costituito il Task Group Air Birgi, un’unità
dedicata alla gestione delle missioni della componente aerea italiana, che si è
avvalsa del supporto tecnico e logistico del 37° Stormo per la preparazione e
la condotta dei voli”, ricorda il Ministero della difesa. “I servizi e i
supporti sono stati allo stesso modo assicurati anche alle altre componenti
NATO rischierate sulla base e hanno compreso, sette giorni su sette,
ventiquattro ore al giorno, l’assistenza tecnica a terra, il rifornimento di
carburante, il controllo del traffico aereo, il servizio meteorologico, quello
antincendio, l’assistenza sanitaria, il servizio di sicurezza, oltre
all’alloggiamento e il vettovagliamento per tutto il personale presente”.
Nei
sette mesi di attività, il Task
Group Air Birgi ha
totalizzato quasi 1.700 missioni per un totale di oltre 6.700 ore di
volo operate con gli F-16 del 37° Stormo, i caccia intercettori Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto e del 36°
Stormo di Gioia del Colle (Bari), i cacciabombardieri Tornado IDS del 6° Stormo di Ghedi (Brescia) ed
ECR del 50° Stormo di Piacenza e gli AMX del 32° Stormo di Amendola (Foggia) e
del 51° Stormo di Istrana (Treviso). Nel corso delle operazioni, i velivoli AMI
hanno sganciato in Libia più di 500 tra bombe e missili da crociera a lunga
gittata. Dal Task Group Air
Birgi è dipeso infine
l’utilizzo degli aerei senza pilota Predator
B schierati nello scalo
pugliese di Amendola.
Per tutto il corso del conflitto, a
Trapani sono stati schierati pure sette caccia F-18 Hornet, due velivoli tanker C-150T e due CP-140 Aurora per la guerra elettronica delle forze armate
canadesi, tre velivoli E-3A AWACS della NATO e due AWACS e due aerei da
trasporto VC-10 Vickers dell’aeronautica britannica. Dallo scalo
siciliano sono transitati pure 300 aerei cargo e circa 2.000 tonnellate di
materiale a disposizione della coalizione alleata. Stando alle stime ufficiali,
la NATO avrebbe lanciato da Trapani quasi il
14% dei blitz aerei contro obiettivi libici. Un vero primato di morte.
A
causa delle prolungate operazioni belliche in nord Africa, il traffico civile
di Trapani Birgi ha subito una drastica riduzione. Solo nel mese di maggio
2011, la compagnia aerea low
cost Ryanair è stata
costretta a cancellare 72 voli. “Nello stesso mese, la limitazione imposta
dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica si è tradotta in un 20% in meno nel
traffico passeggeri e in un 16% in meno nei movimenti dei velivoli”, ha
dichiarato AirGest, la società che gestisce lo scalo. Oltre agli enormi disagi per i
passeggeri, la ipermilitarizzazione di Trapani Birgi dello scorso anno ha
causato il crollo verticale dei profitti delle compagnie aeree e delle presenze
turistiche e pesanti effetti sul fronte occupazionale. I 70 dipendenti a tempo indeterminato
dello scalo hanno rischiato di essere messi in mobilità mentre ad alcuni dei
lavoratori a tempo determinato ed interinali è stato negato il rinnovo dei
contratti. Tagli pure tra il personale adibito ai servizi aeroportuali (bar e
ristorazione, pulizia, noleggio auto, taxi, ecc.). Con i droni USA e NATO
perennemente in rotta sui cieli del trapanese, le condizioni economiche e
occupazionali di centinaia di lavoratori siciliani potrebbero ulteriormente
peggiorare.
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