Una giornata a Corleone, Portella della Ginestra, Cinisi
Corleone, a pranzo nella casa confiscata ai nipoti di Riina
A
conclusione di un percorso sulla legalità, lasciata Trapani, lo scorso 9 maggio abbiamo trascorso
una giornata a Corleone, Portella della Ginestra e Cinisi. La giornata è
passata velocemente ma intensamente tra ricordi, racconti e storia di una
Sicilia che ha voglia di cambiare prendendo atto del passato e combattendo il
presente. Oltre ad aver visitato beni confiscati a boss e a famiglie mafiose,
grazie al lavoro svolto dalla cooperativa “lavoro e non solo”abbiamo anche
potuto pranzare con i prodotti coltivati nei terreni confiscati, assaporando
quel “fresco gusto di libertà”. Passare per le vie di Corleone, capire che in
quei luoghi si è consumata la mente contorta di chi crede che per essere
qualcuno devi essere un “rispettabile” signore, ti stupisce,ed anche se molto si
è fatto, la mentalità enigmatica di chi non vuole esporsi ti destabilizza. Ma
noi ci siamo esposti ed abbiamo accolto l’urlo silenzioso della nostra terra
che chiede di riscattarci e liberarci insieme a lei. Ci siamo posti
in prima linea prendendoci l’impegno di assolvere ad una gravosa eredità
accolta tra la vegetazione scomposta di Portella dalla viva voce di chi ancora
aspetta una risposta dagli organi competenti da quel lontano 1° maggio 1947. È
stato un vero turbinio di emozioni che ci ha gelato il sangue. La realtà
purtroppo si scontra col desiderio di un mondo perfetto. Quelle parole nella
semplicità della verità che raccontano vanno oltre tutto, oltre tutte le
peggiori aspettative. E poi Cinisi... la casa di Peppino, quella di Tano
Badalamenti, il corteo in onore di questo giovane che per vivere fino in fondo
non si è assoggettato a costo della propria vita. Una giornata fantastica che
nessuno dimenticherà soprattutto per il segno indelebile che ha lasciato nei
cuori di ciascuno e per quella frase che riecheggerà sempre nella nostra mente
al ricordo di ogni singolo momento di questo giorno che ci ha cambiato la vita
per sempre: “LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA!”. Libereremo la
Sicilia!
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