Carlo Ruta |
Oggi è un giorno importante per il web italiano. La sentenza di assoluzione
con formula piena allo storico e saggista Carlo Ruta, emanata dalla III Corte
di Cassazione, presieduta dal giudice Saverio Felice Mannino, sancisce in modo
chiaro e inequivocabile che l’informazione in rete non può essere considerata “clandestina”
né un reato (per il solo fatto di esserci, a prescindere da qualsiasi
contenuto). Il testo di questa sentenza, che nasce da un procedimento penale
unico nel suo genere in tutto l’Occidente, è un patrimonio prezioso per il
Paese, ed è importante che ispiri una legge in grado di tutelare con pienezza
la libertà di informazione e di ricerca attraverso lo strumento del web. Il
Parlamento, in tutte le sue aree, sa a questo punto qual è il suo compito e in
quale alveo dovrebbe scorrere la normativa che sarà emanata sulla comunicazione
in rete. La massima corte di giustizia con il suo pronunciamento ha chiuso di
fatto un’epoca di equivoci e ha posto fine alle mezze misure. L’informazione
sul web da oggi è più libera. È quindi una vittoria di tutti, del Paese, della
democrazia.
La dichiarazione di Carlo Ruta: « Questa sentenza di Cassazione è degna
della tradizione del nostro Paese, che ha dietro di sé una cultura giuridica di
prim’ordine. Mi preme di ringraziare per prima cosa tutti coloro che hanno sostenuto
fino all’esito conclusivo questa campagna di libertà. A loro il web deve
davvero tanto. Sono passati oltre sette anni, e questa sentenza, determinante
per il destino della comunicazione in rete, ripaga i sacrifici fatti e
l’impegno di tutti. D’ora in poi possiamo dirci davvero più liberi».
Dopo la lettura della sentenza, avvenuta in tarda serata, l’avvocato
Giuseppe Arnone, che ha difeso Carlo Ruta e i diritti dell’informazione sul web
con un’arringa complessa e argomentata, ha rilasciato la seguente
dichiarazione: «Oggi la Corte di Cassazione, accogliendo le mie argomentazioni,
ha scritto una pagina storica in ordine ai valori della libertà di pensiero e
d’informazione, anche in relazione ai nuovi strumenti di trasmissione del
pensiero. Ancora una volta la massima Corte si è dimostrata ben più avanzata e
liberale dei giudici di merito. Giustizia quindi è stata fatta nel modo più
alto».
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