Il municipio di Palermo |
Queste elezioni amministrative saranno fortemente condizionate dal voto
disgiunto, cioè la possibilità di votare un sindaco di uno schieramento e
un candidato consigliere di un altro schieramento. Non si tratta di semplici
sospetti ma di una realtà. Il vice sindaco uscente della giunta Cammarata,
Pippo Enea, in lista al consiglio comunale di Palermo per il PID, invece di
sostenere il proprio candidato sindaco, Marianna Caronia , starebbe appoggiando
Leoluca Orlando.
Per la verità l’interessato nega tutto e giura fedeltà alla
Caronia, però ci sono dei fac-simili che confermerebbero lo strano connubio.
Enea di fronte a tali prove dichiara:“ non li ho fatti io”. Dopo le case
e i viaggi abbiamo pure i fac-simili elettorali pagati all’insaputa degli
interessati. C’è il sospetto di un rapporto non certo idilliaco tra il partito
dell’ex ministro Saverio Romano e la Caronia che aleggia da un po’ di
tempo. L’ex presidente della provincia e attuale capogruppo regionale dell’
MPA, Francesco Musotto, ha pubblicamente annunciato che non voterà il candidato
del terzo Polo, Aricò. Anche in questo caso sembra che il suo appoggio
andrà a Leoluca Orlando o a Massimo Costa. Anche il candidato del centro
destra, Massimo Costa, appare preoccupato sulla fedeltà di alcuni candidati.
Il fatto di avere annunciato che, in caso di vittoria, sceglierà assessori non
compromessi con la giunta Cammarata, gli ha alienato l’appoggio di molti
ex assessori, che a quanto sembra, starebbero dirottando, grazie al voto
disgiunto, i loro voti su Marianna Caronia e su Leoluca Orlando. Che il
problema esiste lo confermerebbe lo stesso coordinatore provinciale del
PDL, on. Francesco Scoma, che ammette che molti elettori berlusconiani
non voteranno per il loro candidato Costa. Anche il candidato del centro
sinistra, Fabrizio Ferrandelli, sotto questo aspetto, non dorme sonni
tranquilli. Da tempo circolano voci di possibili accordi sottobanco di qualche
candidato con il suo rivale Orlando. Aricò, candidato di Futuro e Libertà
e dell’ MPA del presidente regionale Raffaele Lombardo, per cercare di
recuperare lo svantaggio e per mettere in difficoltà i suoi avversari, si è
sottoposto a un esame antidoping completo che escludesse l’uso di droghe.
Chi sa se gli altri aspiranti sindaci seguiranno l’esempio! Ritornando al
trasformismo, l’unico che appare tranquillo è l’ex sindaco Leoluca Orlando che
ha selezionato e raccolto nelle sue due liste i fedelissimi che lo hanno
seguito in questi anni nelle sue varie esperienze politiche. Il voto disgiunto
invece di essere uno strumento di maggiore libertà per gli elettori, si sta
trasformando in uno strumento di baratto politico. In gioco non ci sono solo i
posti di assessore, ma soprattutto gli incarichi di sottogoverno e le promesse
di posti di lavoro per sé o per i propri familiari e amici. Per
l’eventuale ballottaggio, temiamo che la situazione peggiorerà e salteranno
tutti gli schemi. Già da tempo si vocifera di accordi sottobanco tra i vari
candidati, al di là degli schieramenti. Non è nemmeno da escludere che un
sindaco venga eletto senza che abbia una maggioranza in consiglio comunale o
ancor peggio, con una maggioranza eterogenea diversa da quella iniziale. Sarà
il trionfo del trasformismo e la fine della politica.
R.F.
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