L'incontro col Capo dello Stato |
La riapertura delle indagini sulla morte di Placido Rizzotto è quanto avevano chiesto con forza la famiglia del sindacalista assassinato dalla mafia e la Cgil. E adesso è arrivata. Con questo atto, la Procura della Repubblica di Palermo ha deciso di provare a rendere giustizia al giovane capolega di Corleone, sequestrato e ucciso dalla mafia la sera del 10 marzo 1948. Non possiamo che compiacerci e dichiarare tutta la nostra soddisfazione. Avevamo sognato che si ritrovasse il corpo di Placido ed il sogno è diventato realtà. Adesso sogniamo che vengano indicati nella sentenza di un Tribunale della Repubblica i nomi dei carnefici di Placido. Almeno quelli che materialmente l'hanno assassinato: Luciano Liggio, Pasquale Criscione e Vincenzo Collura (e, purtroppo, non solo loro). Sarebbe importante anche riuscire ad avere un cenno sui mandanti: il capomafia Michele Navarra e alcuni grossi agrari. Lo sappiamo che si tratta di persone morte, contro le quali non si potrà avere una regolare sentenza. Speriamo, però, che almeno si riesca ad indicarli come colpevoli.
Questi brillanti risultati è stato possibile raggiungerli grazie alla perseveranza con cui la famiglia Rizzotto e la Cgil, da anni, continuano a chiedere verità e giustizia per Placido Rizzotto. E grazie alla mutata sensibilità istituzionale nella lotta contro la mafia. Sia i carabinieri sia la Polizia, infatti, in questi ultimi anni hanno raccolto il nostro appello, attivandosi per ritrovare la foiba e le ossa di Rizzotto. E li ringraziamo di cuore. Il risultato positivo è stato raggiunto dalla Polizia, ma grazie anche alla rigorosa indagine del 1949 del capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, i cui verbali sono stati preziosi per l'individuazione esatta dei luoghi. La comparazione del Dna ha consentito di avere la prova scientifica che i resti recuperati a Rocca Busambra appartengono a Placido Rizzotto. Ed i funerali di Stato decisi dal Governo nazionale hanno avuto il merito di dare solennità ad un evento atteso 64 anni. La presenza di Napolitano a Corleone, infine, è stato il riconoscimento del percorso di riscatto e di rinascita fatto dalla nostra città nell'ultimo ventennio. E' bene sottolinearlo: non siamo stati noi ad invitare il Presidente della Repubblica, ma è stato lui ad esprimere il desiderio di venire a Corleone! Un fatto straordinariamente bello ed importante. Anche perché proprio Napolitano, nel settembre del 2011, aveva firmato il decreto che riattribuisce il titolo di città alla nostra Corleone, non solo per meriti storici, ma anche per il percorso di riscatto di questi anni.
In Chiesa, quando stava andando via, mi sono permesso di avvicinare il nostro Presidente. "Buongiorno, sono Dino Paternostro, il segretario della Camera del Lavoro di Corleone", gli ho detto. "Piacere di conoscerla - mi ha risposto - come va?". "Vorrei regalarle una copia della biografia di Placido Rizzotto, che ho scritto io". "Grazie, l'accetto volentieri. Buongiorno". "Buongiorno a lei, Presidente, e grazie di essere venuto a Corleone".
1 commento:
come ti ho scritto ieri sera adesso si deve sapere come e morto anche Giuseppe letizia.
Posta un commento