In tanti
hanno ricordato Placido Rizzotto e la sua azione; forse un po’ meno è stato
sottolineato che egli fu anche partigiano e che fu insignito della medaglia d’oro al
merito civile.
A Corleone, si è svolto, in una
incredibile cornice di folla, il funerale di Stato di Placido Rizzotto, al quale – dopo 64
anni – è stata resa almeno una parte della giustizia che gli era dovuta, sia
pure con un rilevante ritardo. Bene ha fatto il Governo a decidere per il
funerale di Stato; e altrettanto importante è stata la presenza del Presidente
della Repubblica. Anche in questo caso, non è caduto l’oblio; tanti hanno ricordato
Placido Rizzotto e la sua azione; forse un po’ meno è stato sottolineato che
egli fu anche partigiano e che fu insignito della medaglia d’oro al merito
civile. Mille
motivi ci legano a lui; e mille ragioni ci fanno, anche in questo caso, riflettere.
A Corleone, in tanti, hanno detto che non dimenticheranno mai. Ma a Corleone c’era,
idealmente, tutta l’Italia. Non lo dimenticheremo. E non è irrilevante
il fatto che a ricordare il suo nome contribuiranno anche le etichette apposte sui
prodotti dei terreni confiscati alla mafia. C’è, infatti, un legame implicito
ed esplicito, tra questi dati di fatto e la memoria; tra la volontà di non dimenticarlo
e quella di tener viva la sua fiaccola dell’impegno civile contro la mafia. Desidero ricordare
che l’ANPI Nazionale ha partecipato al funerale di Stato con una delegazione formata da Alessandro Pollio Salimbeni, Vice
Presidente Nazionale e Ottavio Terranova,
Coordinatore Regionale e componente del Comitato Nazionale.
Carlo Smuraglia
Presidente nazionale dell’Anpi
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