Nella foto: Dino Paternostro, Placido Rizzotto Jr., Federico Libertino, Luigi De Magistris, Maurizio Calà |
La mattina del 3 aprile, invece, nel salone "G. Federico" della CDLM di Napoli, è stato proiettato il film di Pasquale Scimeca “Placido Rizzotto”, preceduto da un dibattito a cui hanno partecipato Federico Libertino, segretario Generale C.d.L.M. di Napoli, Franco Tavella, segretario Generale CGIL Campania, Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro di Corleone (Palermo), Maurizio Calà, segretario Generale Camera del Lavoro di Palermo, Placido Rizzotto junior, nipote del sindacalista assassinato. Erano presenti delegazioni di studenti delle scuole superiori di Napoli. (GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
La CGIL si mobilita per chiedere che vengano riaperte le indagini giudiziarie per fare piena luce sulla morte di Placido Rizzotto, il sindacalista CGIL, Segretario della Camera del lavoro di Corleone, rapito e ucciso il 10 marzo 1948 da Luciano Liggio per conto della mafia.
Il governo, con la riunione del Consiglio dei ministri del 16 marzo ha deciso i Funerali di Stato. Ora serve la verità e per questo la CGIL ritiene necessario riaprire l'inchiesta e lo ha fatto con una lettera del Segretario Generale, Susanna Camusso al presidente Napolitano e al presidente Monti.
“Rizzotto - dice Serena Sorrentino, Segretaria Confederale CGIL con delega ai problemi della coesione sociale e del Mezzogiorno che parteciperà all'iniziativa - era bracciante, segretario della camera del lavoro e partigiano e ha dato la vita per liberare terra e lavoro dalla schiavitù e dall'oppressione mafiosa”. “Il riconoscimento dei Funerali di Stato - prosegue la dirigente sindacale - celebreranno la figura di Placido Rizzotto come eroe civile della Repubblica, ma sarebbe doveroso riaprire le indagini sulla barbara uccisione per riconoscergli anche giustizia affinché il suo sacrificio non sia stato vano. Per questo domani ripartiamo da Corleone proseguendo poi in tutta Italia nell'anno scelto dalla CGIL per la Campagna sulla Legalità, perché la lotta alle mafie vive nel Sindacato come pratica quotidiana ed è oggi sempre di più un valore che nella crisi può caratterizzare un progetto alternativo di sviluppo e di qualità della democrazia”.
“Rizzotto - dice Serena Sorrentino, Segretaria Confederale CGIL con delega ai problemi della coesione sociale e del Mezzogiorno che parteciperà all'iniziativa - era bracciante, segretario della camera del lavoro e partigiano e ha dato la vita per liberare terra e lavoro dalla schiavitù e dall'oppressione mafiosa”. “Il riconoscimento dei Funerali di Stato - prosegue la dirigente sindacale - celebreranno la figura di Placido Rizzotto come eroe civile della Repubblica, ma sarebbe doveroso riaprire le indagini sulla barbara uccisione per riconoscergli anche giustizia affinché il suo sacrificio non sia stato vano. Per questo domani ripartiamo da Corleone proseguendo poi in tutta Italia nell'anno scelto dalla CGIL per la Campagna sulla Legalità, perché la lotta alle mafie vive nel Sindacato come pratica quotidiana ed è oggi sempre di più un valore che nella crisi può caratterizzare un progetto alternativo di sviluppo e di qualità della democrazia”.
Le indagini sull'omicidio furono condotte dall'allora capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa: vennero arrestati Vincenzo Collura e Pasquale Criscione che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio. Grazie alla testimonianza di Collura fu possibile ritrovare alcune tracce del sindacalista ma non il corpo, che era stato gettato da Liggio nelle foibe di Rocca Busambra, nei pressi di Corleone. Criscione e Collura, insieme a Liggio che rimase latitante fino al 1964, furono assolti per insufficienza di prove, dopo aver ritrattato la loro confessione. Ora, dopo 64 anni, l'esame del Dna, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il 7 settembre 2009 presso le foibe di Rocca Busambra a Corleone appartengono a Placido Rizzotto.
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