A Roma affissi poster per il 25 aprile inneggianti alla Repubblica Sociale con una citazione del brano scritto dal cantautore nel 1972: "Spesso la destra si appropria indebitamente delle mie canzoni, ma stavolta è troppo: i partigiani lottarono per la libertà, i fascisti stavano con i nazisti"
di CARLO MORETTI
"Mi sento tirato verso una direzione che mai avrei voluto. Non solo la mia canzone La locomotiva non è stata compresa, direi che è stata davvero maltrattata". Francesco Guccini risponde così alla provocazione dei manifesti inneggianti alla Repubblica di Salò esposti nelle strade di Roma in vista della ricorrenza del 25 aprile, alcuni piazzati addirittura sugli spazi pubblicitari ufficiali del Comune di Roma. Rispondendo al telefono dalla sua casa di Pàvana, il cantautore modenese dice di non gradire affatto il riferimento alla canzone che scrisse nel 1972, una citazione contenuta nello slogan del manifesto fascista che recita: "25 aprile 1945-25 aprile 2012. Gli eroi son tutti giovani e belli. Ai ragazzi di Salò".
Guccini, cosa pensa di questa inedita interpretazione della sua Locomotiva?"La canzone è chiarissima, e quella frase aveva un'intenzione abbastanza ironica, da non prendersi in maniera letterale, un'intenzione che evidentemente non è stata compresa o che non s'è voluta comprendere: avrei infatti anche potuto scrivere "gli eroi son sempre giovani e forti", per dare un tono più distaccato alla materia. Non è comunque la prima volta che personaggi di destra prendono mie canzoni come materia loro, e d'altra parte non ci si può fare niente: le canzoni sono là e la gente le prende a suo uso e consumo. Questa volta, però, davvero non mi piace".
Cosa rappresenta per lei il 25 aprile?
"E' una data altamente simbolica perché indica l'inizio della nostra Repubblica, la libertà conquistata dopo 20 anni di fascismo e di violenze. E' anche una festa piena di significati concreti, che ricorda le lotte partigiane, le sofferenze di tanta gente e anche il ricordo di quanti hanno dato la vita per raggiungere la libertà. Per questo è giusto ancora chiamarla Festa della liberazione. Vede, io sono contrario a certi recenti revisionismi, a chi boicotta il 25 aprile anche tra chi si è trovato a rappresentare le istituzioni repubblicane nel nostro recente passato. La Resistenza è una cosa importante e va rispettata come tale. Tra l'altro una delle ultime canzoni che ho scritto parla della lotta partigiana, si intitola Su in collina, ci sono personaggi con i loro nomi di battaglia, Pedro, Cassio, il Brutto. Ho sentito la necessità di scriverla anche per reazione a questo periodo di revisionismo in cui qualcuno cerca di equiparare i combattenti della Repubblica di Salò ai partigiani. Lasciamo stare, lasciatemi stare la Resistenza".
Cos'è stata la Repubblica di Salò?
"Tra quelli di Salò ci sarà stata anche gente in buona fede, ma sicuramente stava dalla parte sbagliata: nella Resistenza c'è chi ci ha lottato per la libertà a costo della vita, dall'altra parte si parteggiava con i nazisti e con la tortura. Salò è stato il colpo di coda disperato del regime fascista, di chi aveva ormai l'acqua alla gola e sapeva di averla".
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