Aspettando il lavoro... |
Paternò. Venerdì in piazza.Flai, Fai e Uila: «Dal governo una nuova batosta per gli stagionali: a rischio il 20% del salario»
Paternò. Un sole tiepido illumina da qualche minuto l'inizio di un'altra dura
settimana di lavoro nei campi. E in giro, per le vie di Paternò, c'è qualche
faccia nuova. Che ha l'effetto collaterale di far ritrarre qualche brutto ceffo
di solito impegnato nel reclutare braccianti in nero "last minute", a
tariffe ancora più basse. È una mattinata di informazione e di trasparenza,
quella organizzata ieri dai sindacati catanesi. Ascoltano le storie dei
braccianti, li invitano a rompere il silenzio, a denunciare i soprusi. E nel frattempo,
nell'era di facebook, fanno la cosa più umile e forse più efficace per
comunicare: il volantinaggio. Bar dopo bar, panificio dopo panificio,
distributore dopo distributore. Per informare il popolo etneo delle campagne
delle nuove iniziative, delle prossime battaglie.
Ecco i protagonisti di questa operazione. Per i sindacati provinciali: Angelo
Villari (segretario generale Cgil Catania), Giacomo Rota (segreteria Cgil
Catania), Alfio Giulio (segretario generale Cisl Catania) Angelo Mattone
(segretario generale Uil Catania); per quelli di categoria e territoriali:
Alfio Mannino (segretario provinciale Flai-Cgil), Pino Mandrà (della segreteria
Flai-Cgil) Giuseppe Fallica (segretario Cgil Paternò, Pietro Di Paola
(segretario provinciale Fai-Cisl), Giuseppe La Spina (segretario Cisl Paternò),
Antonino Marino (segretario provinciale Uila-Uil), Roberto Prestigiacomo
(segretario Uil Paternò).La priorità è far accendere i riflettori su lavoro nero e caporalato: «Il lavoro recente di magistrati, forze dell'ordine e ispettorato del lavoro - ammette Villari - è stato un forte deterrente. I blitz, le denunce e le multe aiutano a ripristinare la legalità in un settore ad altissimo tasso di sfruttamento. Ma si deve fare di più in tanti sensi: più frequenza dei controlli, più visibilità dei risultati ottenuti». Cgil e Flai denunciano «le condizioni scandalose di vita dei braccianti stranieri, che vivono in ruderi di campagna o in baracche nel centro storico». Ma si scagliano anche contro «chi sfrutta i lavoratori locali, con ricatti e pagamenti ben al di là della legalità che sono sempre più difficili da stanare».
Il segretario Giulio è visibilmente colpito da ciò che ha visto e sentito. «Non
possiamo consentire sconti sui diritti, non solo a livello di contratti e di
rivendicazioni sindacali, ma soprattutto a livello di dignità umana. Le voci di
queste persone implorano condizioni di vita dignitosa, prima ancora che di
lavoro. Senza dimenticare i rischi di ulteriori passi indietro anche nei
diritti dei braccianti regolari, minacciati da ulteriori tagli salariali». La
Fai e la Cisl locale denunciano anche «una situazione esplosiva innescata da
questa guerra dei poveri. La crisi ha acuito le differenze, anche fra i diversi
gruppi etnici, e il rapporto con i lavoratori locali. Se qualcosa non cambia,
qui può scoppiare un'altra Rosarno».
«Abbiamo ascoltato - raccontano Mattone e Marino - le narrazioni disperate di chi è costretto a dormire in luoghi malsani e a svolgere lavoro illegale. L'unica differenza sta nella paga in nero, che per gli stranieri è la metà dei siciliani. Inaccettabili, poi, le condizioni dei clandestini che abitano in discariche pubbliche, nei campi attorno alle acque sulfuree della Salinelle o nell'ex campo di calcio ormai abbandonato. Non certo migliore è, poi, la situazione dei locali che pagano casa, hanno figli da sfamare e istruire. Sono tutti diseredati del presente, derubati del futuro».
E oggi - alle 10, nella sala "Mico Geraci" dei locali Uil di via Sangiuliano 365 a Catania - i segretari della Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil la giornata nazionale di protesta indetta venerdì 27 «per contestare, tra l'altro, la norma sul lavoro accessorio che penalizza pesantemente agricoltori e forestali a tempo determinato e stagionali».
La Sicilia, 24/04/2012
«Abbiamo ascoltato - raccontano Mattone e Marino - le narrazioni disperate di chi è costretto a dormire in luoghi malsani e a svolgere lavoro illegale. L'unica differenza sta nella paga in nero, che per gli stranieri è la metà dei siciliani. Inaccettabili, poi, le condizioni dei clandestini che abitano in discariche pubbliche, nei campi attorno alle acque sulfuree della Salinelle o nell'ex campo di calcio ormai abbandonato. Non certo migliore è, poi, la situazione dei locali che pagano casa, hanno figli da sfamare e istruire. Sono tutti diseredati del presente, derubati del futuro».
E oggi - alle 10, nella sala "Mico Geraci" dei locali Uil di via Sangiuliano 365 a Catania - i segretari della Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil la giornata nazionale di protesta indetta venerdì 27 «per contestare, tra l'altro, la norma sul lavoro accessorio che penalizza pesantemente agricoltori e forestali a tempo determinato e stagionali».
La Sicilia, 24/04/2012
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