Pietro Milazzo |
L'attivista della Cgil aveva ricevuto l'avviso orale del questore di Palermo dopo la contestazione del movimento dei senza casa al sindaco Cammarata. Sentito il parere del Consiglio di Stato, il Quirinale ha accolto il ricorso dei legali del sindacalista.
Giorgio Napolitano "grazia" il sindacalista ribelle. Il Capo dello Stato ha annullato l'avviso orale del questore al sindacalista della Cgil Pietro Milazzo, diffidato dall'allora questore di Palermo, Alessandro Marangoni per le sue attività in favore di senzatetto e disoccupati.
L'avviso orale, previsto dalle norme del 1956, in un crescendo di sanzioni che arriva fino alla sorveglianza speciale, era scattato a settembre del 2008, dopo l'ennesima contestazione che aveva visto Milazzo alla testa del comitato di lotta dei senza casa. Contro il provvedimento che il questore aveva giustificato sul piano formale, sostenendo "la pericolosità sociale" di Milazzo, si era levato un coro di solidarietà. Con una raccolta di firme che aveva mobilitato attivisti e intellettuali in tutta Italia. Tanto più che solitamente la misura dell'avviso orale viene adottata nei confronti di criminali incalliti e mafiosi. I legali, Giorgio Bisagna e Armando Sorrentino, difensori di Milazzo, avevano presentato ricorso al prefetto che lo aveva respinto. Quindi, potendo scegliere tra il Tar e il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, hanno scelto la seconda ipotesi, inappellabile. Sul piano formale l'annullamento del provvedimento del questore è stato giustificato dal Quirinale, con l'assenza dei requisiti di pericolosità che erano stati avanzati dagli uffici di polizia e smentiti dal parere del Consiglio di Stato. In particolare, contro Milazzo, erano stati opposti precedenti penali che in realtà erano cancellati. Si trattava di vecchie denunce per manifestazioni non autorizzate, nel 1972 e nel 1974, legate alla sua attività politica per le quali, nonostante le condanne, Milazzo aveva ottenuto la piena riabilitazione già nel 1993. Ora il Capo dello Stato mette la parola fine a una vicenda che aveva provocato indignate reazioni all'idea di una risposta repressiva di fronte alla rivendicazioni di diritti elementari come quelli della casa e di un alloggio, che Milazzo aveva sostenuto con manifestazioni simboliche e una serrata contestazione all'inerzia dell'amministrazione Cammarata culminata nel sit-in in occasione del Festino di Santa Rosalia.
La Repubblica, 20.2.2012
L'avviso orale, previsto dalle norme del 1956, in un crescendo di sanzioni che arriva fino alla sorveglianza speciale, era scattato a settembre del 2008, dopo l'ennesima contestazione che aveva visto Milazzo alla testa del comitato di lotta dei senza casa. Contro il provvedimento che il questore aveva giustificato sul piano formale, sostenendo "la pericolosità sociale" di Milazzo, si era levato un coro di solidarietà. Con una raccolta di firme che aveva mobilitato attivisti e intellettuali in tutta Italia. Tanto più che solitamente la misura dell'avviso orale viene adottata nei confronti di criminali incalliti e mafiosi. I legali, Giorgio Bisagna e Armando Sorrentino, difensori di Milazzo, avevano presentato ricorso al prefetto che lo aveva respinto. Quindi, potendo scegliere tra il Tar e il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, hanno scelto la seconda ipotesi, inappellabile. Sul piano formale l'annullamento del provvedimento del questore è stato giustificato dal Quirinale, con l'assenza dei requisiti di pericolosità che erano stati avanzati dagli uffici di polizia e smentiti dal parere del Consiglio di Stato. In particolare, contro Milazzo, erano stati opposti precedenti penali che in realtà erano cancellati. Si trattava di vecchie denunce per manifestazioni non autorizzate, nel 1972 e nel 1974, legate alla sua attività politica per le quali, nonostante le condanne, Milazzo aveva ottenuto la piena riabilitazione già nel 1993. Ora il Capo dello Stato mette la parola fine a una vicenda che aveva provocato indignate reazioni all'idea di una risposta repressiva di fronte alla rivendicazioni di diritti elementari come quelli della casa e di un alloggio, che Milazzo aveva sostenuto con manifestazioni simboliche e una serrata contestazione all'inerzia dell'amministrazione Cammarata culminata nel sit-in in occasione del Festino di Santa Rosalia.
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