Ninetta Burgio |
Come dice don Luigi Ciotti, tuo confidente e profondo amico, vivevi di speranza … che ha tanti nomi, tanti volti … la tua speranza però aveva un solo nome e un solo volto, inciso sul petto quello di: Pierantonio. Quel petto che lo aveva allattato di compostezza, dolcezza, amore, generosità … Forse può sembrare una frase fatta ma tu eri e sarai sempre nei miei ricordi una madre coraggio, una donna capace di delineare con estrema accortezza dei limiti e a volte di calpestarli con dignità ed onore. In te vedo la donna siciliana, quella vera, che combatte contro tutto e tutti per scoprire la verità, per dare un messaggio forte: ”Non siamo più assoggettate a nessuno, camminiamo a testa alta, siamo fiere di essere donne, donne che non si piegano, donne siciliane!”. Posso solo immaginare lo squarcio e il dolore provocato dalla terribile notizia della morte “di la to stidda di mezzjornu” e il tormento lancinante di dover scoprire che coloro che avevano ucciso tuo figlio li conoscevi bene. Uno era stato perfino un tuo alunno, una persona che abitualmente frequentava casa tua e più volte aveva assaggiato i tuoi manicaretti seduto al tavolo della tua cucina e che incitato dai tuoi ripetuti appelli ha ceduto alla sua coscienza. La vita però non ti ha messo alle strette solo quella volta, dopo quel dramma, la notizia della malattia. Vivere con una piaga che giorno dopo giorno ti fa pagare il salato conto di una vita spesa a chieder giustizia non ha spento quel sorriso che mostravi quando ricordavi Pierantonio e soprattutto quegli occhi, incorniciati dalle lenti, se pur stanchi e malati non avevano smesso di emozionare ed emanare amore. Quell’amore che mi ha profondamente cambiato, che mi ha incitato a non arrendermi, che mi ha spinta a credere nel futuro … per tutto questo io voglio ringraziarti. Grazie Ninetta per il bellissimo esempio di sprone che sei stata per noi giovani donne siciliane, grazie per aver gridato che la mafia uccide ma che bisogna combatterla quotidianamente non avendo paura, non sfuggendo alle proprie responsabilità. Ciao piccola grande donna! Fai che dal cielo anche qui in terra regni la pace e la consapevolezza che siamo noi a delineare gran parte del nostro destino con le nostre decisioni. Un forte abbraccio!
(Francesca Naso - Trapani)
Niscemi. Si è spenta Ninetta Burgio, madre coraggio contro la mafia
di Rosario Cauchi
12 dicembre 2011
E' stata lei, dopo anni di lotte e appelli pubblici, a far riemergere il caso di suo figlio Pierantonio Sandri, scomparso da Niscemi nel settembre del 1995. E' morta, nella notte, Ninetta Burgio dopo una lunga malattia che non gli ha fatto perdere la voglia di assistere al processo che si sta celebrando a Catania contro i presunti assassini di suo figlio. Pierantonio aveva solo diciannove anni: sarebbe stato vittima di un gruppo di suoi coetanei affiliati a Cosa Nostra niscemese. Pare che venne ucciso perché aveva assistito all'incendio di una vettura, data alle fiamme da Salvatore Cancilleri. Pagò quella colpa con la vita: strangolato in un terreno di campagna in contrada Vituso e sepolto sotto terra. Il suo cadavere è stato ritrovato solo due anni fa. Quello che si conosce della vicenda emerge dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giuliano Chiavetta, componente del gruppo che uccise Pierantonio Sandri. Chiavetta si è autoaccusato dell'omicidio. Ninetta Burgio è stata un'insegnate: la vita l'ha portata ad impartire le proprie lezioni anche al presunto assassino del figlio. Sì, perché Giuliano Chiavetta, affiliato a Cosa Nostra di Niscemi, fu allievo della donna. Pierantonio Sandri non aveva alcun rapporto con la criminalità organizzata. Nonostante ciò, avrebbe prevalso il timore che il ragazzo potesse parlare: indicando l'identità dell'attentatore che, in una delle tante notti di Niscemi, diede alle fiamme una vettura per lanciare un avvertimento al proprietario. Venne caricato su una vecchia Panda e per lui non ci fu più nulla da fare. Adesso, anche Ninetta Burgio ha raggiunto il figlio: la città di Niscemi continuerà a ricordarla come un esempio, come ha ribadito il primo cittadino Giovanni Di Martino.
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