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Volontari al laboratorio della legalità |
di MAURIZIO PASCUCCI
In questi giorni ho ritirato la mia nuova tessera della Cgil. Mi sono emozionato nel vederla raffigurante alcune opere d’arte del pittore Gaetano Porcasi di Partinico, perchè ho la fortuna di conoscere lui ma soprattutto le 47 tele attualmente presenti nel laboratorio della legalità di Corleone, bene confiscato a Bernerdo Provenzano alcuni anni fa. Per un po’ di tempo quella è stata infatti una delle sedi logistiche dei volontari del progetto Liberarci dalle Spine che coordino. Ricordo benissimo il giorno della sua confisca sotto un sole torrido e una Corleone deserta. Lì, insieme a tanti altri, Arci, Cgil e Regione Toscana condivisero con la Cooperativa Lavoro e Non Solo il complesso momento dell’assegnazione di quella casa del Capo dei Capi.
Tutto ciò mi porta a ricordare l’inizio di questa avventura, quando nel 2005 pensammo che sarebbe stato importante condividere l’esperienza della piccola Cooperativa Lavoro e Non Solo di Corleone che insieme alla Camera del Lavoro erano protagonisti della Resistenza Corleonese. Condividere e non assistere, andare per vivere la nuova Resistenza e non per aiutare chi aveva bisogno, promuovere sviluppo sociale ed economico locale e non portare lì la nostra civiltà o il nostro modello di sviluppo. Volevamo far vivere questa esperienza a tanti ragazzi e ragazze toscane per poi sviluppare una coscienza critica nella nostra Toscana alle prese con un continua e progressiva infiltrazione mafiosa e una solida Omertà. Così, insieme a Calogero Parisi incontrammo Alessio Gramolati che attivò da subito un tavolo della legalità alla Camera del Lavoro di Firenze coinvolgendo tanti soggetti associativi, privati e della cooperazione. “La prima cosa da fare è quella di essere in tanti e non da soli” così esordì Alessio e così è stato nel tempo. Ricordo che alla notizia dell’uccisione di un cane e della distruzione di cento nuove viti sul terreno confiscato alle mafie a Canicattì, la Camera del Lavoro di Firenze rispose con l’invio di due cani, Libero e Giusto, e di duecento nuove viti di Chardonnay.Poi ho tutte negli occhi e nel cuore le numerose visite sui terreni per salutare e ringraziare i tanti ragazzi e ragazze a partire dalla prima, quando facemmo un lunghissimo viaggio in quanto …avevamo sbagliato aeroporto! Rammento tra i momenti più emozionanti l’incontro con Dino Paternostro, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, e la messa in opera di una targa della Camera del Lavoro di Firenze insieme a quella dell’Arci Toscana nella foiba di Roccabusambra dove fu gettato il corpo di Placido Rizzotto. Con l’allora Segretario Regionale, Luciano Silvestri, programmammo proprio in quell’occasione l’ingresso formale della Cgil Toscana nel progetto Liberarci dalle Spine. L’arrivo dei ragazzi e delle ragazze di ieri, i compagni dello Spi Cgil, ha migliorato la qualità del gusto ma soprattutto ha riempito spazi di formazioni con insostituibili narrazione di memoria. Così in Toscana si è creata una bella scatola per i primi pacchi natalizi con i prodotti provenienti dai terreni confiscati alle mafie; così sotto l’albero natalizio arrivava per la prima volta l’antimafia sociale. Nell’occasione del Congresso regionale della Cgil di Montecatini Terme dovetti occuparmi di portare materialmente un sacco di terra confiscata proveniente da Corleone per consegnarne una manciata a ciascun delegato, come dono aggiuntivo a delle belle piantine provenienti da una cooperativa amiatina. Tutte queste attività non sono avvenute per caso, ma perché c’è stata la volontà comune di condividere e di unire che ha prevalso sulle strategie di esclusività e di furbizia mediatica. Ciò è avvenuto perché c’è stato un bel gruppo di persone da ambo le parti che hanno lavorato con onestà, passione, creatività e continuità. Una delle tappe che più rimangono impresse ai nostri ragazzi è la visita a Portella delle Ginestre con l’incontro con i tre testimoni della prima Strage di Stato. Uno di loro, Mario, alla conclusione della sua narrazione si rivolge sempre ai ragazzi dicendo: “voi dovete difendere sempre la Repubblica, la Costituzione, lo studio e il lavoro”. In quel momento la commozione sale al massimo e nei racconti dei volontari quell’ episodio prevale su qualsiasi altro ospite di onore e mediaticamente rilevante. Parole semplici dette da un uomo di 90 anni con un livello culturale basso ma ricco di dignità, grinta e passione. La sua semplicità lo rende incredibilmente forte e comunicativo nella sua coerenza e verità. Questa tessera 2012, con quelle immagini, quei volti e quei messaggi esprime un valore aggiunto al normale impegno: “senza memoria non si costruisce futuro”. In tutto questo contesto il movimento culturale di sinistra creatosi in Toscana in questi sette anni ha delle responsabilità precise, nette e soprattutto positive.Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
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