Il gesuita Gianni Notari |
“Democrazia dal basso. Partecipazione. Possibilità di incidere sulle decisioni che ci riguardano e che hanno come posta in gioco il futuro di tutti. Nella crisi conclamata del sistema dei partiti è questa la richiesta da più parti avanzata. È quella che Hirshman chiama voice. È la scelta della voce. Dell’esprimersi, dell’esserci. Dinanzi al silenzio, all’apatia, alla fuga rassegnata di tanti, c’è questa meravigliosa parte della società che non vuole morire lentamente”. I movimenti civici rivendicano diritti civili fondamentali. Essi vogliono essere riconosciuti come protagonisti della scena pubblica e artefici della propria esistenza, ma non solamente a livello individuale quanto collettivo.
L’azione consapevole e responsabile dei movimenti civici appare oggi fondamentale per ridare senso alla democrazia Partecipare è prendere in mano il destino della propria vita; è rischiare con coraggio, esporsi. È andare controcorrente anche se la corrente è forte e rischia continuamente di travolgerci. Anche se tutti ti dicono: ma chi te lo fa fare. Partecipare è uscire dal cortile della propria sfera personale e familiare per guardare a chi ci sta intorno, il funzionamento complessivo del mondo sociale in cui si vive. Dinanzi alla crisi di legittimazione che ha investito le istituzioni politiche, i cittadini si candidano a gestire direttamente i problemi di interesse collettivo. Partecipare però, non è inseguire un sogno o peggio una chimera. Partecipare è avere un concreto progetto, un programma per il governo e l’amministrazione della cosa pubblica. La crisi economica che stiamo attraversando, infatti, non è poca cosa. Non può essere affrontata con le parole e i buoni propositi. Ci vogliono strategie ben definite, sia a livello di istituzioni internazionali e nazionali sia a livello locale. Ecco la vera grande sfida che la società civile che si candida a divenire forza politica e di governo si trova ad affrontare. Divenire pragmatica e concreta. Certo, una società senza sogno, senza immaginario sarebbe una società carceraria, ma questa disposizione emotiva deve intendersi come punto di partenza non come punto di arrivo. È fondamentale passare dalla fase “emotiva”, fondata sul rifiuto dello status quo, alla fase costruttiva in cui si avvia un progetto politico. Ma la stesura di un progetto politico è un fatto impegnativo. Non si tratta di fare un’accozzaglia di retoriche e buoni propositi; non si tratta di scrivere il libro delle favole da raccontare al cittadino-bambino prima di farlo addormentare. Ciò è impensabile sia perché il cittadino sta lanciando da tempo la sua richiesta di concretezza e sa ben distinguere il concreto progetto dall’astratta retorica, sia perché Palermo non può più aspettare e ha bisogno urgente di iniezioni di antibiotico che la portino fuori dalla grave malattia in cui versa. Una malattia che si chiama cattiva amministrazione e i cui sintomi sono degrado, apatia, menefreghismo, corruzione, povertà. Palermo ha le potenzialità per mirare all’eccellenza.Caro Fabrizio, hai tutte le capacità per accogliere queste istanze di rinnovamento. Tantissime persone guardano a te con fiducia. Ti staremo accanto.
Le primarie hanno dimostrato di essere uno strumento importante di consultazione, per mettere in comunicazione le scelte delle segreterie dei partiti o dei movimenti civici con la base, con i cittadini. È uno strumento di espressione irrinunciabile. Segnano la fine dell’epoca delle scelte imposte dall’alto. Le istanze partecipative che serpeggiano oggi nella società chiedono di usare ogni strumento di consultazione, specialmente per decisioni importanti come la scelta del proprio sindaco. Si può discutere delle modalità con cui realizzare le consultazione, anche alla luce di alcuni problemi emersi nelle passate tornate elettorali, ma non sul valore dello strumento.
Le primarie sono lo strumento per consentire alla gente di esprimersi. Ciò non può che contribuire a creare un legame fra candidato e base. Non bisogna temerle.
Caro Fabrizio, con l’aiuto delle persone che affollano questo teatro, gente stupenda, hai tutte le risorse per vincere questa grande battaglia. Guarda con fiducia a chi ti chiede di essere il Sindaco di una nuova Palermo. La gente crede sempre di più alla strada che stai aprendo. Con coraggio e con passione".
Le primarie hanno dimostrato di essere uno strumento importante di consultazione, per mettere in comunicazione le scelte delle segreterie dei partiti o dei movimenti civici con la base, con i cittadini. È uno strumento di espressione irrinunciabile. Segnano la fine dell’epoca delle scelte imposte dall’alto. Le istanze partecipative che serpeggiano oggi nella società chiedono di usare ogni strumento di consultazione, specialmente per decisioni importanti come la scelta del proprio sindaco. Si può discutere delle modalità con cui realizzare le consultazione, anche alla luce di alcuni problemi emersi nelle passate tornate elettorali, ma non sul valore dello strumento.
Le primarie sono lo strumento per consentire alla gente di esprimersi. Ciò non può che contribuire a creare un legame fra candidato e base. Non bisogna temerle.
Caro Fabrizio, con l’aiuto delle persone che affollano questo teatro, gente stupenda, hai tutte le risorse per vincere questa grande battaglia. Guarda con fiducia a chi ti chiede di essere il Sindaco di una nuova Palermo. La gente crede sempre di più alla strada che stai aprendo. Con coraggio e con passione".
Nessun commento:
Posta un commento