È stato presentato a Palermo l'Osservatorio nazionale su confisca, amministrazione e destinazione dei beni e delle aziende confiscate alla mafia, un' importante iniziativa promossa dal DEMS dell'Università di Palermo diretto da Giovanni Fiandaca e dalla Fondazione Paolo Borsellino, presieduta dal Sostituto procuratore di Palermo Gaetano Paci. Un'iniziativa fondamentale a cui la CGIL ha aderito con convinzione per rafforzare il proprio impegno sul versante della lotta a tutte le mafie e per il riutilizzo sociale dei beni confiscati come nuovo motore di sviluppo e legalità. Per la CGIL è intervenuto Maurizio Calà, Segretario generale della CGIL Palermo, che ha posto l'accento sulla necessità di valorizzare le esperienze positive che negli ultimi 15 anni, sin dall'approvazione della legge 109/96, hanno restituito alla collettività centinaia di beni confiscati.
Calà ha anche ribadito la contrarietà della CGIL alle ipotesi di vendita dei beni, definita quest'ultima un ulteriore segnale di sconfitta da parte dello Stato. I beni confiscati, invece, sono per la CGIL il segnale tangibile della sconfitta dei mafiosi e di un nuovo protagonismo della società civile nella lotta antimafia, per questo servono maggiori strumenti di sostegno alle associazioni e alle cooperative che spesso invece si confrontano con la difficoltà di accedere al credito bancario e con beni sempre più spesso vincolati da ipoteche. L'intervento di Calà ha voluto sottolineare la difficile condizione dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende sequestrate e confiscate, spesso vittime inconsapevoli degli illeciti dei propri datori di lavoro. Per questo, la CGIL sta promuovendo la campagna "la legalità è l'unica risposta per il lavoro e il futuro". Uno dei punti fondamentali della campagna è la rivendicazione di nuovi ammortizzatori sociali per i lavoratori e un complesso di interventi che favorisca l'emersione di queste aziende dall'illegalità, per porle al centro di una nuova idea di sviluppo contro tutte le mafie.
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