di Antonello Mangano
Non c’è un posto in Italia come Rosarno, che come Rosarno riassuma i drammi e le contraddizioni della nostra epoca. Dall’economia globale a quella criminale, dalla mafia alle migrazioni. Incontreremo lavoratori marginali inseriti in un contesto mafioso moderno ed arcaico, le leggi razziste che producono marginalità fino al lavoro servile. E una terra per nulla immobile, raccontata da Giuseppe Lavorato: dalla grande stagione dell’occupazione delle terre all’omicidio Valarioti, fino alle lotte di massa contro la mafia.
“Un livre passionnant et prémonitoire`. Marcelle Padovani, Le Nouvelle Observateur
“A good description of migrant farm workers’ conditions”. - Vittorio Longhi, The Guardian
“Un libro prezioso. E` vero dunque: gli africani salveranno Rosarno e forse l`Italia`. Barbara Spinelli, La Stampa
Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l’Italia (II EDIZIONE)
Prefazione di Valentina Loiero
Introduzione di Giuseppe Lavorato
Perché questa seconda edizione aggiornata? Perché rispetto alla prima mancano tante vicende (i fatti di Rosarno e le loro conseguenze). Ma soprattutto per provare a correggere un immaginario collettivo profondamente sbagliato. Per i media e dunque per il senso comune, Rosarno è la metafora di una bomba pronta a esplodere ovunque ci siano tensioni tra immigrati e italiani. Per noi è la speranza: anche un luogo estremo e senza luce può innescare processi di cambiamento se viene contaminato da mentalità differenti. “Luoghi-mondo che non si incontrano`, li ha definiti Stefano Boeri, architetto del Politecnico di Milano, che ha promosso progetti visionari (e ignorati) per valorizzare le potenzialità della Piana e la presenza dei migranti. Insieme ai suoi studenti provenienti da tutto il mondo è stato l`unico a non considerare Rosarno come un “problema` da risolvere.
In Italia infatti la raccolta dei pomodori (o delle arance o delle patate) si affronta abitualmente con gli strumenti dell`emergenza umanitaria: container e tendopoli. Perché non cominciare dalla questione sindacale? La povertà estrema dei braccianti dipende dai salari bassi e da una filiera malata.
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Dopo il ferimento di due lavoratori della Costa d`Avorio, gli africani di Rosarno si ribellano. E` il 12 dicembre 2008. Il loro gesto segna il confine tra la rassegnazione e la protesta, tra il consueto e l`inaccettabile.
Non sono i cittadini italiani a trovare il coraggio della rivolta civile, ma quelli che la televisione e i politici chiamano “clandestini`. Rosarno è uno dei tanti paesi agricoli del Meridione dove gli immigrati sono sfruttati, sottopagati, umiliati. Ma è anche l`unico dove, dal 1992, sono vittime di sconcertanti episodi di violenza.
La popolazione è oppressa da un sistema mafioso fatto di narcotraffico intercontinentale e arcaismo brutale, boss rapinatori, violenze quotidiane.
La storia della Piana è però molto contraddittoria, e ha vissuto momenti eroici, anche recenti, di lotta al latifondo ed alla mafia. L`esempio degli africani, che rifiutano il fatalismo fino dal momento della partenza, indica a tutti gli italiani una possibile via di salvezza...
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