L'ospedale di Corleone |
Tutti i presenti, comunque, hanno manifestato la massima decisione nel mettere in atto le iniziative più idonee ad ottenere la deroga, prevista nello stesso decreto dell’assessore Russo, e salvare cosi il punto nascita di Corleone. Nelle prossime ore sarà messo a punto un documento in cui sarà ribadito il diritto dei cittadini della zona del Corleonese ad avere i servizi che garantiscano la salute. E, in questo quadro, il diritto al mantenimento all’interno del P.O. Dei Bianchi del Punto Nascite, in deroga al decreto assessoriale. Un diritto inserito nello stesso Piano Sanitario Regionale, che prevede la «disattivazione dei punti nascita sotto i 500 parti l’anno, con l’eccezione di quelli individuati come punti nascita in zona disagiata». La Regione siciliana, cioè, prevede il «mantenimento dei punti nascita che, in relazione alla peculiarità dei territori montani, alla frammentazione territoriale e alle caratteristiche orografiche, pur al di sotto dei 500 parti/anno, rispondano alle caratteristiche di zona montana, e/o disagiata, e/o per notevole distanza dalle strutture di riferimento ostetrico/ginecologico di livello superiore più vicine». Caratteristiche che la zona del Corleonese possiede tutte. Infatti, ha un territorio frammentato in tanti comuni, strade che per l’orografia del territorio (e per l’incuria degli amministratori) sono strette, tutte curve e sfossate e dista da un minimo di 45 ad un massimo 80-100 chilometri da Partinico, che è il P.O. di riferimento. Di queste caratteristiche, a settembre scorso l’assessore Russo ne aveva tenuto conto, tanto da inserire Corleone nelle deroghe. Adesso, incredibilmente, l’ha dimenticato. Saranno, però, le prossime iniziative delle istituzioni locali, dei sindacati, delle associazioni professionali e culturali a ricordarglielo e a chiedere (a lui e al direttore generale dell’Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta) il mantenimento del Punto Nascita di Corleone. Speriamo di non dovere faticare ancora di più per le “fughe” demagogiche e populistiche di qualche sindaco “primo della classe”, che già nel recente passato è stato più zavorra che traino nella vertenza-sanità.
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