I funerali di Giorgio Bocca |
di PIERO COLAPRICO
MILANO -Sarà anche l'epoca di Internet e di twitter, ma per il funerale di Giorgio Bocca si mossi tanti, tantissimi. Per esserci di persona, per dare da vicino il miglior saluto possibile all'ultimo narratore dell'Italia. Uno che l'ha percorsa a passi da gigante: un viaggio pazzesco, perfetto, meraviglioso, amaro, dalla seconda guerra mondiale all'oggigiorno così incerto, della finanza truccata e del clic sul computer, passando per il Vietnam, il Vajont, il boom, la cronaca nera, Berlusconi,la Lega , tutto.
Chi lo conosce lo sa, o se lo immagina, ma chi non lo conosce forse capirà di che cosa si tratta quando si tratta di Bocca e del suo mondo attraverso un dettaglio popolare. Tra i primi ad arrivare nella basilica di San Vittore al Corpo, per mettersi accanto alla bara, c'è Jess il Bandito, e cioè il vecchio Gesmundo, uno della banda del furgone di via Osoppo, 1958, un mito del crimine: "Bocca - dice - mi ha scritto contro, duro, ma onesto, che ci posso fare, ero un rapinatore, e sono venuto per rendergli onore". E se è venuto uno come Jess, perché stupirci se nei banchi in fondo alla chiesa s'è commosso un partigiano, che aveva scritto un libretto sulla fame patita in tempo di guerra. E come non abbracciare i tantissimi colleghi, di ogni giornale e di ogni città, tutti venuti qui, sotto le feste, tutti ammirati per "il dinosauro". Per "l'ultimo dei grandi". In tanti siamo qui con il cuore in pena, ma con la soddisfazione che circola perché: "Ha finito di scrivere l'ultimo libro, ha visto la copertina". Non ha lasciato a metà il suo lavoro, incubo professionale. Il bel lavoro, il lavoro intenso di una vita intensa.MILANO -Sarà anche l'epoca di Internet e di twitter, ma per il funerale di Giorgio Bocca si mossi tanti, tantissimi. Per esserci di persona, per dare da vicino il miglior saluto possibile all'ultimo narratore dell'Italia. Uno che l'ha percorsa a passi da gigante: un viaggio pazzesco, perfetto, meraviglioso, amaro, dalla seconda guerra mondiale all'oggigiorno così incerto, della finanza truccata e del clic sul computer, passando per il Vietnam, il Vajont, il boom, la cronaca nera, Berlusconi,
Qualcuno s'è stupito della chiesa, dove c'erano Ezio Mauro, Umberto Eco, scrittori, editori, magistrati,
Se ne va deluso, perché non ha visto futuro sognato dai tempi di Giustizia e Libertà compiersi in Italia: ha sperato, ha cercato, s'è schierato (senza ricavarne mai un bene materiale, e questo va detto ai critici), ma niente. E se lascia una lezione, è che bisogna conquistarselo, giorno dopo giorno, passo dopo passo, questo futuro migliore. Anche se non si è giganti nel cuore come lo era lui. Lui, che ha riempito una chiesa di intellettuali e di operai, binomio che sapeva incarnare come nessuno.
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