Susanna Camusso, leader della Cgil |
Bocciata l'ipotesi di intervenire sull'Irpef (si parla di una aumento delle ultime due aliquote), ha ribadito la proposta di mettere un'imposta sulle grandi ricchezze e ha chiesto una lotta vera contro l'evasione fiscale.
Il segretario ha quindi proposto di abbassare la soglia di tracciabilità sotto i 500 euro e fare l'elenco fornitori e clienti. Mentre l'ipotesi di riduzione dell'Irap sarebbe ''solo una parte della risposta''. Bisogna inoltre iniziare a parlare di tassazione delle rendite finanziarie e discutere delle misure da mettere in campo per l'emersione del lavoro nero.
Quanto ai grandi patrimoni, ''invece di continuare a dire che non si può intervenire altrimenti vanno all'estero, facciamo come gli Stati Uniti e la Germania: un accordo con la Svizzera per scoprire dove sono i capitali usciti dal nostro Paese'', ha dichiarato Camusso. ''Bisogna partire da chi ha di più perché solo questo può dare l'idea del senso di giustizia. Non si può chiedere di più invece a una platea che paga già il 92%''.
E proprio partendo da questa osservazione il segretario della Cgil ha aperto il capitolo pensioni. ''Chi ha lavorato per 40 anni, una parte consistente della sua vita, ha diritto di andare in pensione'', ha spiegato il segretario. E se occorrono risorse, secondo Camusso, occorre trovarle partendo ''dall'unità dei sistemi contributivi del sistema pensionistico''.
"Sulla previdenza non si fa cassa", ha avvertito il leader della Cgil. "Non pensiamo che la prima urgenza sia l'assistenza", ha affermato spiegando che "il nostro sistema è in equilibrio. Ci pare, e speriamo di sbagliarci, che stiamo parlando non di riforma ma di far cassa".
Il sindacato si opporrà ad eventuali misure che vadano in questa direzione e, in merito alle indiscrezioni emerse sui nuovi provvedimenti che potrebbero riguardare il settore previdenziale, Camusso ha annunciato: "Se sono queste le proposte del governo sono indigeribili".
Riguardo all'articolo 18, il segretario ha dichiarato: ''Non ci convinceranno mai che per andare avanti in questo Paese bisogna rinunciare all'articolo 18''. Secondo il segretario bisogna ripartire dal lavoro ''altrimenti saremo in straordinaria continuità con il governo uscito''. E bisogna partire mettendo i giovani al centro, ''dando una prospettiva per il futuro''.
"A Confindustria vorremmo dire che non c'è bisogno che si mettano loro la tuta per condurre i treni perché ci sono tanti lavoratori che la mettono benissimo", ha aggiunto Camusso rispondendo al vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, che nei giorni scorsi aveva dichiarato che a 70 anni sarebbe in grado di poter mettere la tuta da ferroviere e manovrare il treno.
Camusso ha quindi lanciato un appello perché l'articolo 19 dello statuto dei lavoratori sia ''integrato, per garantire le libertà sindacali ed evitare che si favorisca la presenza di sindacati di comodo''. ''Guardiamo con preoccupazione che una grande azienda come la Fiat pensi di cancellare la Fiom dall'azienda'', ha dichiarato. ''Faremo di tutto - ha aggiunto - perché la Fiom e la Cgil ci siano''.
Infine, all'Europa il leader della Cgil ha chiesto tre cose: tassazione sulle transazioni finanziarie, eurobond e difesa del welfare e delle pensioni. ''Bisognerebbe inoltre avere il coraggio di dire che non basta fare i compiti a casa, bisognerebbe decidere di fare anche i compiti in classe. A chi ci parla di compiti a casa vorremmo dirgli che noi vogliamo fare i compiti ma si deve dare significato a due parole: equità e crescita'', ha concluso.
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