giovedì, dicembre 08, 2011

L’Ars approva il ddl, deputati ridotti da 90 a 70

L'Assemblea Regionale Siciliana
La riduzione dei parlamentari sarà in vigore dalla prossima legislatura. Solo un voto contrario e un astenuto PALERMO. Con 59 voti a favore, un voto contrario e un astenuto, l'Ars (Assemblea regionale siciliana) ha approvato il disegno di legge sulla riduzione dei parlamentari regionali da 90 a 70. Trattandosi di una modifica dello Statuto siciliano così come avviene per le modifiche costituzionali la legge adesso sarà trasmessa al parlamento nazionale per la doppia lettura di Camera e Senato. Prima della votazione, il presidente dell'Ars Francesco Cascio aveva negato, appellandosi al regolamento, la possibilità di procedere con voto segreto, come chiesto da alcuni deputati. Solo un contrario, Greco di Aps, e un astenuto Colianni dell’Mpa.
Nelle disposizioni transitorie del ddl è prevista la modifica dell'attuale legge elettorale della Regione siciliana. L'Ars ha anche approvato il disegno di legge-voto che prevede modifiche all'articolo 36 dello Statuto in materia di entrate tributarie. Anche in questo caso è necessario il doppio passaggio al parlamento nazionale.
"Siamo la prima Regione in Italia a ridurre liberamente e velocemente il numero dei parlamentari regionali". Così il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, commenta l'approvazione in aula del disegno di legge che riduce il numero dei deputati regionali da 90 a 70.
"Abbiamo votato sì al taglio del numero dei deputati all'Ars perché siamo convinti che sia più che opportuno dare un segnale all'esterno. Questo provvedimento non sanerà di certo l'economia dell'Isola o lo si può considerare la soluzione di tutti i mali". Afferma, invece, il capogruppo dell'Udc all'Ars Giulia Adamo. “È un voto contro chi difende la casta”: lo afferma Livio Marrocco, capogruppo all’Ars di Fli, subito dopo l’approvazione del ddl che riduce il numero dei deputati dell’Ars. L’esponente finiano sottolinea che “la Sicilia in questo caso si pone all’avanguardia rispetto a tutto il resto dell'Italia” e sottolinea la necessità di “proseguire su questa strada e dare vita a un apparato pubblico più snello e dinamico, rispondente al momento storico in cui viviamo. Ora tocca al Parlamento nazionale ridurre il numero dei propri deputati e senatori, così come ribadiamo che non si deve perdere ulteriore tempo nell’abolizione delle Province”.

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