Camusso (Cgil), Angeletti (Uil) e Bonanno (Cisl) |
Cgil, Cisl, Uil e Ugl "delusi" dopo l'incontro confermano lo sciopero generale. Comunicato del governo che ribadisce l'intangibilità dei saldi della manovra. Astensione dal lavoro di tre ore. Pensioni, tetto cash sale a 980 euro
ROMA - Lo sciopero generale è confermato. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella lo hanno annunciato alla conclusione dell'incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti a Palazzo Chigi. Un incontro informale ottenuto in extremis dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno giudicato la manovra varata dal Governo come "iniqua" e "ingiusta", in particolare per quanto riguarda le nuove norme sulle pensioni e la reintroduzione dell'Ici. Valutazioni respinte da Monti, che in un comunicato parla invece di "ascolto" da parte del governo, contesta la mancanza di equità, ma soprattutto ribadisce "l'estrema emergenza" in cui si trova l'Italia e blocca qualunque ipotesi di alterare i saldi di bilancio.Giudizio confermato dai leader sindacali nella conferenza stampa nella tarda serata. Secca la segretaria della Cgil Camusso: "L'incontro si è concluso con un impegno un po' generico a tener conto di quanto chiesto dal Parlamento e dai sindacati", ha detto. Aggiungendo che "nessuna risposta è arrivata nel merito". Stessi toni da Bonanni che insiste sulla mancanza di equità: "Monti ci ha detto che la condizione che vive il Paese è molto grave e bisogna agire rapidamente. Noi ne siamo convinti, ma le posizioni restano distanti perchè bisogna trovare soluzioni con senso di equità. Ci vuole ancora più equità". E Angeletti taglia secco: "Incontro del tutto insoddisfacente". Lo sciopero generale - tre ore a fine turno, ad esclusione del personale dei trasporti pubblici e dei servizi essenziali che protesteranno lunedì prossimo - dunque ci sarà. Ma lasciano aperte successive polemiche i toni con i quali i vertici dei sindacati hanno commentato l'incontro. Sostanzialmente hanno spiegato di non aver ricevuto alcuna risposta. E Bonanni avverte: "Se si fa saltare la concertazione, si crea un grave danno al paese". "Se sarà un percorso di guerra nei prossimi mesi - aggiunge - voglio capire chi dovrà provvedere alla coesione sociale nel paese, a stringere le persone, quelle che lavorano, intorno a un paese che ha bisogno di essere sostenuto. La politica sarà in difficoltà e dovrà ricorrere al voto di fiducia".
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