Giorgio Bocca |
MILANO - E' morto oggi pomeriggio nella sua casa di Milano Giorgio Bocca. Il grande giornalista e scrittore era nato a Cuneo il 28 agosto del 1920. Per il momento non è stata ancora annunciata la data del funerale. La famiglia ha fatto sapere infatti che intende essere lasciata tranquilla e affrontare la vicenda "in modo privato". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con commozione la triste notizia della scomparsa di Giorgio Bocca, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ricorda la "figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia".
"Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile - prosegue Napolitano - Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro Paese e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività". "Con sentimenti di riconoscenza per il suo vigoroso impegno - conclude - partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell'informazione".
Bocca, uno dei fondatori di Repubblica, è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Al suo attivo, in una carriera più che cinquantennale, anche una vasta produzione saggistica che spazia dall'attualità politica e dall'analisi socioeconomica all'approfondimento storico e storiografico.
Il suo trascorso di partigiano nelle file di Giustizia e Libertà lo ha portato a studiare a lungo il periodo della Resistenza e del fascismo, mentre per quanto riguarda l'attualità si è occupato in particolare dei fenomeni come Tangentopoli e l'ascesa del movimento leghista.
L'11 gennaio uscirà in libreria per Feltrinelli l'ultima fatica di Bocca: "Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare". Un testamento ideale che si va ad aggiungere agli ultimi articoli scritti per Repubblica e alle ultime interviste rilasciate. "Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada", disse ad esempio nell'aprile 2008, ricevendo nella stessa casa di Milano dove oggi si è spento il premio Ilaria Alpi alla carriera.
Tra i primi ad esprimere cordoglio per la morte di Bocca, Carlo De Benedetti 13. "Penso - afferma il presidente del Gruppo Espresso - che i lettori di Repubblica e de l'Espresso ne sentiranno la mancanza; l'impegno civile che lui ci ha insegnato rimarrà una delle più profonde caratteristiche dei nostri giornali".
Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini "la scomparsa di Giorgio Bocca è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee, espresse con passione e intelligenza, sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole". "Giorgio Bocca ha fatto la Resistenza sempre", scrive Walter Veltroni su twitter per ricordare il grande giornalista. "Di lui - aggiunge Massimo D'Alema - ho sempre ammirato non solo la qualità professionale, ma anche la coerenza e la forza con cui ha difeso i valori fondamentali a cui ha legato la sua esistenza, a partire dall'antifascismo". "Con la scomparsa di Giorgio Bocca - aggiunge il vice presidente del Senato e parlamentare del Pd Vannino Chiti - perdiamo una parte della nostra storia. Resterà un punto di riferimento per le giovani generazioni". Sempre dal Pd, il sindaco di Torino Piero Fassino ricorda come Bocca è stato "un uomo che ha creduto profondamente nei valori di libertà, democrazia, giustizia legalità e ha speso le migliori energie della sua lunga esistenza per affermarli, ispirando ogni giorno la sua straordinaria passione di giornalista e di scrittore a rigore etico, senso dello Stato, spirito repubblicano". Rende omaggio a Bocca anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "E' stato un testimone attento e appassionato di tutta la storia repubblicana, dalla Resistenza, a cui partecipò aderendo a Giustizia e Libertà, fino ai nostri giorni".
"Con la morte del grande maestro Giorgio Bocca - afferma Stefano Pedica, senatore dell'Idv - scompare l'esempio della libertà di informare e di dire la verità, a volte scomoda, contrario come era a tutto quello che si faceva per spegnere la cultura e il silenzio assordante di gravi fatti come la corruzione e la voglia di mettere il bavaglio alla libertà della stampa. Un grande vuoto che difficilmente si potrà riempire".
In una nota la Giangiacomo Feltrinelli Editore ricorda che Bocca è stato un "grande giornalista, grande combattente, grande amico" che "dalla guerra partigiana fino a questi ultimi giorni della crisi italiana e mondiale, ha vissuto, osservato e raccontato sette decenni di storia del nostro Paese". Le sue inchieste, i corsivi, i libri "hanno accompagnato e nutrito la formazione civile di molte generazioni di italiani".
Tra i tanti ricordi e messaggi di cordoglio, anche quello del presidente della Rai Paolo Garimberti. "Giorgio Bocca - spiega - è stato un interprete magistrale del mestiere di cronista. Dalle cronache dalla provincia italiana agli esordi, alle grandi inchieste sulla società negli anni del boom, dalle cronache dal Vietnam alle vicende del terrorismo fino ai libri di storia e di denuncia, passando attraverso due grandi laboratori del giornalismo come Il Giorno di Pietra e La Repubblica di Scalfari, Bocca è sempre stato fedele a se stesso: a un rigoroso, a volte ostinato spirito di cronista". Il segretario della Fnsi Franco Siddi sostiene che "scompare uno degli ultimi grandi protagonisti del giornalismo dell'epoca repubblicana del nostro paese". Emilio Fede ricorda che il giornalista scomparso era "un grande amico, con il quale ho vissuto l'inizio della mia avventura giornalistica alla Gazzetta del Popolo di Torino", afferma il direttore del Tg4.
La Repubblica, 25.12.2011
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