In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e a pochi giorni dai tragici, inaccettabili fatti di Torino e Firenze, il comitato della campagna LasciateCIEntrare vuole dare voce anche a quei cittadini stranieri e migranti, rinchiusi nei CIE di tutta Italia. E’ di pochi giorni fa l’abrogazione della circolare 1305, promulgata dall’ex Ministro dell’Interno Maroni, ed ora cancellata dal neo Ministro Cancellieri, che negava l’accesso alla stampa nei CIE, per “non dare intralcio” alle attività, in una situazione dichiarata emergenziale per gli sbarchi in Italia. Ora i giornalisti potranno entrare, e raccontare le condizioni, spesso disumane, che gli immigrati stranieri vivono in attesa di conoscere il loro destino. In attesa di un atto burocratico che sancisca il loro respingimento, oppure la “concessione” di un permesso di soggiorno nel nostro paese.
Destinati ad aspettare questo atto amministrativo, e privati totalmente della loro libertà, anche fino a 18 mesi. Le storie sono tante, impossibile avere un dato definitivo dei cittadini immigrati presenti oggi negli 11 CIE aperti, strutture spesso danneggiate e fatiscenti, dove le condizioni di vita sono molte lontane dal definirsi “civili”, dove le tensioni psicologiche, spesso gli abusi fisici, insieme a quelli legali, degradano l’essere umano, quello rinchiuso, e colui che rinchiude, a qualcosa di umanamente inaccettabile. Uomini, donne, bambini che hanno cercato riparo nel nostro paese. E che il nostro paese ha il diritto e dovere di accogliere e proteggere.
Per questo continueremo a fare pressione ed informazione sull’opinione pubblica, attraverso la stampa, attraverso agli avvocati, ai sindacati e a tante di quelle organizzazioni, e ai cittadini e cittadine italiani che si sono mobilitati e che continueranno a sostenere la campagna LasciateCIEntare.
Queste le parole di Mohamed Amine Chouchane, tunisino rinchiuso nel CIE di Ponte Galeria dal novembre scorso, ed in attesa di “giudizio”: “Sto aspettando che la mia situazione si risolva, insieme a centinaia di immigrati di diversi paesi. Molti di loro sono stati truffati dai datori di lavoro, ed ora si ritrovano privati della loro libertà e minacciati di espulsione da un momento e l’altro. Ma la cosa veramente ridicola è che veniamo chiamati ospiti, sappiamo che sei ospite quando visiti qualcuno per scelta, e quella persona ti tratta nei migliori dei modi. Ma gli “ospiti” in questa prigione sono stati portati con la forza, e in quanto “ospiti” sono stati umiliati nei “migliori dei modi”, in un paese che di dice di proteggere le libertà ed i diritti dell’uomo.”
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