L'Assemblea Regionale Siciliana |
PALERMO - L'Ars rinvia a domani il dibattito sul disegno di legge che prevede la riduzione da 90 a 70 dei parlamentari regionali. Una svolta che sarebbe epocale per il parlamento siciliano, ma che non è ugualmente condivisa nella maggioranza. La seduta è stata aggiornata dal presidente Francesco Cascio, tra i principali sponsor della norma, che però incontra forti resistenze anche dentro il Pdl, dopo che la maggioranza di Sala d'Ercole è andata in tilt.
E che all'atto del voto non tutti gli interessati vogliano fare seguire le dichiarazioni di buona volonta' delle ultime settimane, lo si evince dalle singole posizioni. Rudy Maira, capogruppo del Pid, ad esempio, osserva che "in momenti di crisi economico-sociale e' sbagliato che si riduca la partecipazione politica negli organi di rappresentanza", perche', afferma Maira, "cosi' si crea una sorta di tecnocrazia". La soluzione di Maira per tagliare i costi della politica? "Spingere Camera e Senato a razionalizzare il numero dei propri componenti, magari varando noi una legge che stabilisca che il numero dei deputati regionali sia pari al 10 per cento dei componenti del parlamento nazionale".
Per l'esponente del Pd, Giovanni Barbagallo, invece, "approvare il disegno di legge sarebbe un gesto di responsabilita' e di buonsenso". Barbagallo rilancia: "questo provvedimento - aggiunge - va approvato subito, ma va inserito in un piu' ampio 'pacchetto' di misure in grado di tagliare drasticamente costi non piu' sopportabili".
Per Futuro e Liberta' l'approvazione della legge, piu' che un vantaggio economico darebbe alla Sicilia una sorta di vantaggio "d'immagine" rispetto al resto del Paese: Fli sosterra' la riduzione dei deputati "non perche' questo risolva un problema economico" ma "affinche' in un momento di crisi la Sicilia sia all'avanguardia in Italia e quindi la prima a dare l'esempio".
Oggi l'aula sarà chiamata alla prova decisiva sulla norma. Ma incombe lo spauracchio del voto segreto, che potrebbe essere richiesto da nove deputati: un escamotage che favorirebbe l'impallinamento della legge senza poterne individuare i "colpevoli".
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