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Giovanni Pitruzzella |
Antonio Catricalà non aveva fatto ancora le valige per raggiungere Roma e le scatole di cartone erano ancora nel suo ufficio, quando i due presidenti delle Camere, Gianfranco Fini e Renato Schifani, hanno nominato il successore, il siciliano Giovanni Pitruzzella. Una rapidità stupefacente se si ha memoria di ciò che è accaduto, tanto per fare un esempio, con la Banca d’Italia per la nomina del governatore. Sei mesi, forse di più, ed un balletto di nomi. Le modalità con cui si è proceduto alla nomina del presidente dell’Antitrust spiega l’abissale differenza.
La nomina del governatore spettava al governo, quella del presidente dell’Antitrust ai presidenti delle Camere. Nel primo caso bisogna mettere d’accordo i ministri ed i partiti della coalizione e trovare un’intesa con il ministro dell’Economia, nel secondo i due presidenti delle Camere possono comporre le questioni facilmente, bilanciando le scelte. Fini ha fatto le sue nomine, Schifani si è dedicato all’Antitrust. Cinquantadue anni, avvocato cassazionista, esperto nel Diritto dei pubblici appalti, presidente della Commissione paritetica per la Regione siciliana, Pitruzzella è da anni il consulente più gettonato dalla pubblica amministrazione in Sicilia. Non c’è comune siciliano che non l’abbia interpellato o l’abbia avuto come controparte. Ma l’Antitrust è ben altro mondo, si ha a che fare con interessi colossali, mettere gli occhi addosso su qualcosa può provocare sconquassi. Pitruzzella ha lasciato emergere una virtù: la cura dei rapporti con i personaggi più influenti, qualunque fosse il loro colore. Ora dovrà fare il cane da guardia, il mastino, non guardare in faccia nessuno. Dovrà voltare le spalle anche agli amici. L’Antitrust è un’istituzione indipendente, le sue decisioni non devono subire ingerenze da parte di chicchessia, Governo o altri organi della rappresentanza politica.
Massimo Riva su Repubblica, ha ricordato all’indomani della nomina di Pitruzzella che “Catricalà lascia in eredità un duro rapporto sugli intrecci di poltrone e posti di potere che fanno del capitalismo domestico una riserva di caccia dominata da un esiguo numero di persone”. Quelli che De Rita chiama gli “ottimati”, l’èlite della quale fanno parte banchieri e amministratori di società quotate in Borsa con ruolo duplice di controllori e controllati (a danno dei piccoli azionisti). La normativa è carente, la vigilanza difficile. Pitruzzella dovrà cambiare pelle e, probabilmente, disobbedire a coloro che lo hanno tenuto sul palmo della mano per le sue qualità “diplomatiche”, come Renato Schifani, che l’ha voluto al vertice dell’Autorità garante. Il presidente del Senato, con la sua scelta, si è assunto, dal canto suo, una grande responsabilità perché l’Antitrust, tra l’altro, tiene il fiato sul collo della Fininvest per le concentrazioni fra carta stampata e tv, e non solo. Alla successione di Catricalà Silvio Berlusconi era oggettivamente interessato in modo speciale, come chiunque possegga uno sterminato patrimonio presente in quasi tutti i settori economici, dalle banche alle assicurazioni, l’attività immobiliari, l’editoria, il cinema, la televisione, i giornali e la sanità. Schifani, in definitiva, ha garantito sulle qualità del Garante. Vedremo presto se ha visto giusto. È capitato altre volte che il ruolo abbia regalato gli artigli a chi non li aveva.
Una annotazione conclusiva: Giovanni Pitruzzella oggi è il siciliano più importante oltre lo Stretto. L’Antitrust gli ha regalato il sorpasso su un altro isolano da sempre in gran spolvero, Gianni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia. È scomparso l’istituto di credito, ma c’è ancora la Fondazione.
SiciliaInformazioni, 22 novembre 2011
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