giovedì, novembre 10, 2011

Prizzi. Padre e figlio arrestati dai Carabinieri per essere stati sorpresi a rubare gasolio dai mezzi di un cantiere

Vincenzo Violace
Sorpreso a rubare il gasolio dei mezzi della ditta per cui lavora; questo lo strano destino di Vincenzo Violace, 59 anni, residente a san Cipirello, un incensurato che, dopo anni di duro lavoro e forse stretto anch’egli dalla morsa della crisi economica, decideva di recuperare qualche euro “rifornendosi” del gasolio presente negli escavatori utilizzati dalla ditta “Giardo 82”, società consortile appaltatrice dalla Provincia Regionale di Palermo dei lavori di rifacimento del manto e del tratto stradale della S.P.82 nel tratto che collega Prizzi a Campofelice di Fitalia in Provincia di Palermo. Ad aiutare l'uomo è stato uno dei suoi figli, il poco più che ventenne Alfredo, abitante in San Giuseppe Jato, muratore con piccoli precedenti penali, che non ha trovato la forza di far desistere il genitore dal commettere un gesto che avrebbe portato un modestissimo guadagno con grossi rischi.

La scorsa notte, una Volkswagen Golf veniva notata dai Carabinieri della locale Stazione cittadina in contrada Giardo, mentre percorreva la S.P.82, una pianura incolta desolata dell’agro del comune di Prizzi; i militari dell’Arma, insospettiti dall’incerto incedere del veicolo appesantito dalle taniche di carburante, decidevano di fermare il mezzo per un controllo.
Dopo una attenta perquisizione rinvenivano un tubo in gomma utilizzato per “travasare” il combustibile dai mezzi d’opera, un annaffiatoio da litri 12 e alcuni fusti colmi di gasolio. Vista l’impossibilità di darsi alla fuga e dinanzi all’evidenza dei fatti, i due confermavano di aver compiuto una “leggerezza” asportando il gasolio dai mezzi dal predetto cantiere. Nel complesso erano riusciti a rubare circa 75 litri di gasolio. Scattavano dunque le manette per padre e figlio. Nel corso del giudizio direttissimo tenutosi nel pomeriggio di ieri, dinanzi al Giudice monocratico del Tribunale di Termini Imerese, l’arresto veniva convalidato e i due patteggiavano, venendo condannati ad una pena di mesi due e giorni 20 di reclusione, più 200 euro di multa, quindi rimessi in libertà.
Palermo, 10 novembre 2011

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