Le indagini di polizia giudiziaria delle Guardie LIDA e WWF, coordinate dalla Procura di Caltanissetta, portano alla condanna per il reato di “detenzione incompatibile di animali” ai sensi dell’art. 727 del Codice penale
Un cacciatore nisseno, E. L. di 66 anni, ed un agricoltore di Santa Caterina Villarmosa (CL), G.D.F. di 85 anni, sono stati condannati dal Tribunale di Caltanissetta (Gg.ii.pp. dott. M. Testaquadra e dott.ssa A. Bonaventura Giunta) al pagamento di una pena pecuniaria per il reato di “detenzione incompatibile di animali” ai sensi dell’art. 727 del Codice penale. I due uomini furono denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Guardie eco-zoofile di LIDA e WWF che avevano avviato le indagini (essendo loro riconosciute i poteri di polizia giudiziaria) coordinate dalla Procura nissena.
Nel primo caso, nel mese di settembre dello scorso anno, le Guardie eco-zoofile effettuarono alcuni sopralluoghi presso una baracca in lamiera fuori città a Caltanissetta, ove risultavano detenuti cinque cani da caccia in pessime condizioni igieniche all’interno di ricoveri inadeguati; il proprietario, trascurando il provvedimento impartito dagli agenti zoofili, e violando pertanto anche l’art. 650 c.p., lasciava gli animali in stato di abbandono, tra feci e urine essiccate, ed esposti al sole. Dopo i successivi accertamenti che provavano come non fossero state modificate le condizioni di detenzione degli animali, gli agenti di LIDA e WWF deferivano il cacciatore E.L. alla Procura consegnando un corposo fascicolo di indagini e prove. A seguito delle operazioni di polizia giudiziaria delle Guardie Zoofile, il P.M. chiedeva la punizione del responsabile al Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, che ora ha condannato l’imputato alla pena di euro 700,00 di ammenda mediante decreto penale di condanna.
Nel secondo caso, le indagini delle Guardie LIDA e WWF presero avvio nel febbraio di quest’anno: in un cortile adiacente ad un’abitazione a Santa Caterina Villarmosa un pensionato deteneva una cagna di razza “Corso” molto anziana (ribattezzata Sonia dai volontari LIDA cui il P.M. concesse la custodia giudiziaria), in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze lasciandola in totale stato di abbandono, non provvedendo, in particolare, a nutrire l’animale che veniva rinvenuto dagli agenti zoofili emaciato, debole e con evidenti problemi di deambulazione, né a somministrargli le necessarie cure mediche nonostante le lesioni da decubito presenti sul suo corpo ed un’escrescenza di natura tumorale molto voluminosa localizzata nella regione mammaria. Subito gli Agenti zoofili, in collaborazione con i Carabinieri di Santa Caterina, sequestravano il cane, rifocillandolo e prestando le cure del caso. Anche in questa circostanza le indagini di polizia giudiziaria degli Agenti giurati di LIDA e WWF sono state accolte dal Pubblico Ministero ed hanno portato ad un altro decreto penale di condanna del GIP: l’imputato è così stato condannato alla pena di euro 1000,00 di ammenda.
«Due nuove importanti condanne a Caltanissetta dopo l'entrata in vigore della L. 189/04 che ha innovato il sistema di tutela penale degli animali, che si aggiungono ai numerosi successi già ottenuti dai nuclei di vigilanza eco-zoofila delle Associazioni LIDA e WWF di Caltanissetta negli ultimi due anni di frenetica attività investigativa. Grazie all’impegno dei nostri agenti volontari ed alla collaborazione delle forze dell’ordine, si continua a porre grande attenzione nella nostra provincia verso il problema della detenzione di cani in condizioni intollerabili – affermano Salvatore Colonna ed Ennio Bonfanti, responsabili dei Nuclei provinciali delle Guardie giurate di LIDA e WWF -. Una pratica diffusissima nelle nostre campagne è purtroppo quella di legare perennemente a corte catene i cani da guardia, con cucce inadeguate (un fusto di metallo od un serbatoio di eternit poggiati a terra) e senza alcuna cura; in città invece troppi animali vengono rinchiusi nei garage, al buio e senza nessun contatto umano, o confinati nei balconi condannati a sopravvivere in spazi angusti. Speriamo che tali condanne, che dimostrano una grande attenzione della Procura nissena per tali tipologie di reati, inducano molti proprietari irresponsabili a cambiare immediatamente le modalità di detenzione degli animali, essendo passibili di sanzioni penali».
In questi mesi le Guardie eco-zoofile stanno conducendo altre indagini di polizia giudiziaria sia per quanto riguarda i maltrattamenti animali, sia in ordine agli illeciti venatori ed al bracconaggio. Le Guardie Giurate della LIDA e del WWF rivestono la qualifica di Pubblici Ufficiali, agenti di Polizia Amministrativa e, nei casi previsti, di agenti di Polizia Giudiziaria; esse operano in base alle norme del testo unico di pubblica sicurezza (T.U.L.P.S) e sono addette alla vigilanza zoofila e di tutela ecologica: a tali Guardie, infatti, è attribuito il compito di informazione, vigilanza e intervento per la tutela degli animali e dell'ambiente.
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