La nazionale di calcio si allena a Rizziconi |
L'ARRIVO - Il charter della Nazionale è atterrato alle 11,30 all'aeroporto di Lamezia Terme, proveniente da Roma, e subito Prandelli e i giocatori azzurri si sono trasferiti in pullman verso Rizziconi, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria dove oggi dalle 13 si alleneranno e giocheranno su un campo di calcetto costruito su un terreno sequestrato alla 'Ndrangheta. L'iniziativa, partita da Libera e dall'U.S. Acli è stata accolta da Prandelli e dalla Federcalcio con l'intento di lanciare un messaggio ai giovani che non usufruiscono di quel terreno di gioco per le intimidazioni delle cosche locali.
SQUADRA IN CAMPO - Azzurri in campo sul sintetico del terreno di Rizziconi, sequestrato alla 'Ndrangheta ed è grande festa tra i 1.000 spettatori, soprattutto bambini e giovani. È cominciata la giornata particolare della Nazionale di Cesare Prandelli: Don Ciotti e le autorità locali hanno accolto i calciatori azzurri mentre sulla tribunetta sono cominciati i cori, gli applausi, l'inno di Mameli e uno striscione 'Benvenuti a Rizziconi'.
DON CIOTTI - "La lotta alla mafia si fa sul territorio, ma si fa soprattutto a Roma, in Parlamento". Lo grida forte don Luigi Ciotti, ai mille giovani che applaudono la nazionale azzurra sul campo di calcetto di Rizziconi. "La vera lotta alla mafia - ha aggiunto il presidente di Libera - si fa con le politiche sociali, difendendo il lavoro, a cominciare da quelli che lo hanno", "Invito la Federcalcio a entrare nella rete di Libera - ha concluso - 1.600 associazioni senza colori politici".
IL MESSAGGIO - "State attenti - ha ammonito Don Ciotti, a voce alta, tutta la platea giocatori compresi in assoluto silenzio - È la terza volta che inauguriamo questo campo. O ci impegniamo davvero a lavorare per il cambiamento, oppure sarà invano: e il cambiamento comincia da ciascuno di noi". "Le mafie - ha ancora urlato il presidente di Libera - non sono solo in Calabria. Il Comune di Bardonecchia è stato sciolto per infiltrazioni mafiose". Poi Don Ciotti ha presentato a tutta la nazionale, schierata sul campo in tuta da allenamento, i genitori di Dodo Gabriele, il bambino di 11 anni ucciso mentre giocava sul campo del Crotone nel 2009 e altri familiari di vittime della 'ndrangheta, per un abbraccio commosso. Tra gli azzurri, anche Rino Gattuso, calabrese e campione del mondo 2006. Poi, gli azzurri si sono riscaldati e hanno dato il via a un minitorneo di calcetto, tra gli applausi dei ragazzi che tra l'altro hanno inneggiato all'assente Antonio Cassano.
PRANDELLI - "Non mollate, non mollate mai". Cesare Prandelli usa un coro da tifosi per incitare la gente di Rizziconi, prima di chiudere la domenica speciale della Nazionale sul campo di calcetto di Libera contro la 'ndrangheta. "Ha ragione don Ciotti - ha aggiunto Prandelli prima di riprendere la via di Roma - questa gente non va lasciata sola. C'è un domani, daremo continuità a questa giornata".
(Ansa, domenica 13 novembre 2011)
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