di GERALDINE PEDROTTI
Dalle 22 presidio permanente per impedire l'uscita delle auto completate destinate ai concessionari. La speranza è che l'azienda torni a trattare sugli incentivi
PALERMO - E' calata la sera sui capannoni dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, nell'ultimo giorno di vita per la fabbrica. Da domani i 2.200 lavoratori dell'azienda madre e dell'indotto entreranno in cassa integrazione fino al 31 dicembre, data ufficiale della chiusura del sito. Dopo l'assemblea di stamattina con gli operai del primo turno, tute blu e sindacati sono tornati a riunirsi alle 14 di fronte ai cancelli, per concordare le forme di lotta da intraprendere da oggi fino a mercoledì 30, data dell'incontro con Fiat dove potrebbe essere sciolto il nodo degli incentivi al prepensionamento.
La decisione di bloccare l'uscita dalla fabbrica delle Lancia Ypsilon, presa nella riunione di questa mattina, è stata confermata in quella delle 14. A partire dalle 22 le circa 800 automobili che si trovano all'interno dello stabilimento e che dovrebbero essere consegnate ai concessionari, rimarranno "sequestrate" dagli operai, che promettono di picchettare gli ingressi fino a mercoledì prossimo. La speranza è che Fiat, alla luce del danno economico causato dal blocco delle auto, possa chiudere finalmente la partita degli incentivi, senza ulteriori rinvii. "L'incontro con i lavoratori del secondo turno è stato più teso rispetto a quello precedente - spiega Vincenzo Comella di Uilm - Ci sono stati momenti di tensione dopo l'arrivo della notizia che i quasi 100 dipendenti delle ditte di servizi, che gestiscono i servizi di pulizia in Fiat, a partire dal 1 gennaio saranno in mezzo alla strada. Il loro contratto scadrà a fine dicembre ed essendo dipendenti di una ditta in subappalto, non hanno diritto agli ammortizzatori sociali. C'è gente di 50 anni, con una trentina d'anni di contributi. Sono troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per trovare lavoro". Nel frattempo, mentre all'interno della fabbrica si continua a lavorare, fuori dai cancelli si organizza il presidio notturno. "Abbiamo montato due tende, una per ogni accesso alla fabbrica stasera staremo lì, chi dentro le tende, chi in macchina con le coperte - racconta un operaio - Dalle 22 alle 24 faremo un'ulteriore assemblea con i 30 lavoratori del terzo turno, ai quali spiegheremo le misure di lotta concordate durante la giornata. Domani staremo tutto il giorno al presidio, ci divideremo in turni". Intanto alle 13.30 le tute blu del primo turno hanno varcato per l'ultima volta le uscite della Fiat. Molti di loro, vicini all'età pensionabile, probabilmente non rientreranno più nelle catene di montaggio perché usufruiranno del prepensionamento. Per il resto di loro, circa 1.500 persone, il futuro è ancora più incerto.
(La Repubblica, 24 novembre 2011)
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