Maria Concetta Riina |
È innegabile che susciti perplessità questa voglia di protagonismo democratico da parte di una donna mai dissociatasi dai disvalori mafiosi. Per questo un commento del preside sarebbe stato opportuno. Chi non si è sottratto dal commentare, invece, è stato il sindaco di Corleone, Nino Iannazzo. “Una candidatura inopportuna quella della Riina. Io non l’ho votata!”, ha dichiarato il primo cittadino. E la sua sembra una velata critica ai vertici della scuola, che non hanno provato a dissuadere la figlia primogenita del boss dal candidarsi. E, più ancora, ai 36 elettori, dei 270 genitori che hanno partecipato al voto, che l’hanno votata. “Comunque – osserva Mario Midulla, responsabile della promozione del “Laboratorio della Legalità” e presidente uscente del consiglio di circolo, rieletto – bisogna riflettere anche sul fatto che la Riina ha avuto meno consensi di tanti altri candidati. È anche questo un messaggio”. In effetti, Maria Concetta Riina è stata solo la sesta degli eletti, staccata da tanti voti rispetto a chi la precede. I candidati sono stati dieci, otto gli eletti. Il primo eletto è stato Massimo Pasqua con 92 voti, secondo Mario Midulla con 72 voti, terzo Gino Grillo Natascia con 61 voti, quarta Maria Clara Crapisi con 57 voti, e quinta Maria Elena Bagarella con 49 voti. Dopo la Riina con 36 voti, sono arrivate Giovanna Campagna con 33 voti e Anna Pecoraro con 24 voti.
Il circolo didattico di Corleone comprende due plessi scolastici, frequentati complessivamente da poco più di 900 alunni. Zabbia è preside da due mesi, ma essendo di origini corleonesi, dice di conoscere bene l'ambiente e la scuola che ha frequentato da bambino. Maria Concetta Riina non è nuova alle candidature. Nel lontano ottobre del 1995 la figlia del capomafia corleonese si era candidata ed era stata eletta rappresentante degli studenti nel consiglio d'istituto del Liceo scientifico “Don Giovanni Colletto” con 57 voti di preferenze su 239 votanti. E anche allora l’avvenimento fece scoppiare dure polemiche. Il preside del liceo, Nicolò Botta, 16 anni fa dichiarò alla stampa: "Maria Concetta per noi è un'allieva che abbiamo accolto senza riserve. Nessuno l'hai mai emarginata o tanto meno le ha fatto pesare il nome che porta. Le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli". Ironia della sorte, tra i primi argomenti di cui si occuperà il consiglio di circolo di Corleone, c'è la proposta di una convenzione tra la scuola e l'associazione “Addiopizzo”, che prevede interventi comuni per la promozione della cultura antimafia. Il preside Zabbia, non precisa di quali interventi si tratta. E anzi ritiene che "non sia il momento di parlarne prima che il tema venga portato all'esame del consiglio”. Fra qualche mese, inoltre, la scuola dovrà decidere se aderire, come ha fatto negli ultimi anni, alle iniziative promosse dalla Cgil e dal Comune per ricordare Placido Rizzotto, il segretario della Camera del lavoro assassinato dalla feroce mafia corleonese nel 1948. Proprio quest’anno è stato pubblicato un volumetto con le poesie che i bambini hanno dedicato a Rizzotto. “Un’esperienza che vorremmo ripetere – dicono al sindacato – perché rappresenta una formidabile palestra di educazione alla legalità”.
"Fa pensare e lascia seriamente perplessi che un nome come quello dei Riina riscuota ancora consenso a Corleone", dice il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, commentando l'elezione della primogenita del boss Totò Riina, Concetta, nel consiglio di circolo della scuola elementare, in rappresentanza dei genitori. "Se la figlia del boss Totò Riina vuole impegnarsi nel consiglio di circolo della scuola elementare deve prima dire pubblicamente 'no' a Cosa nostra. E c'è un modo solo per farlo: prendere le distanze dal padre e dai fratelli e convincerli a collaborare. Diversamente, qualsiasi impegno sociale è una presa in giro, un modo per ribadire una presenza, che va respinta e isolata", dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia. "Far parte di un organismo scolastico - aggiunge Lumia - vuol dire prendere iniziative e decisioni che riguardano l'educazione e la formazione dei ragazzi, anche e soprattutto sul fronte della legalità e del bene comune. Pertanto è necessario che tutti i componenti abbiano le carte in regola per ricoprire un ruolo così delicato".
E se un segnale forte arrivasse anche dal consiglio di circolo? Se gli altri sette componenti eletti rassegnassero le dimissioni, costringendo la scuola a rifare le elezioni?
Dino Paternostro
1 commento:
Sarebbe un comportamento ABERRANTE E INIQUO attribuire ai figli lo stesso giudizio, che formuliamo per i loro genitori !
FRANCESCO PAOLO MAGNO
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