Ancora oggi, per tanta gente il Banco di Sicilia rappresenta “la banca” per antonomasia. D’altra parte, per molti comuni rappresenta la banca più antica, quella che per prima ha messo radici anche nei territori agricoli dell’interno dell’Isola. A Corleone l’istituto di credito aprì una sua filiale nel 1911, insieme a quelle di Cefalù, Lentini, Mistretta e Racalmuto. E proprio ieri pomeriggio a Corleone la ricorrenza del centenario è stata festeggiata da tanti cittadini, dalle autorità locali e dal management della Banca. Allora, nel 1911, la filiale del Banco fu ospitata in un’antica palazzina di via Spatafora. Dal secondo dopoguerra, invece, la sede è stata trasferita nella centralissima piazza Nascè, in un immobile acquistato e ristrutturato dal banco, dove adesso opera col marchio Unicredit.
Allora, l’esigenza di avere una filiale del Banco di Sicilia a Corleone fu dettata dalla necessità di raccogliere più facilmente i risparmi delle migliaia di contadini del paese e della nascente borghesia agraria. Ma anche dalla voglia di dare un impulso allo sviluppo dell’agricoltura, attraverso la possibilità di accedere più facilmente al credito fondiario. Allora, le grandi masse contadine di Corleone erano organizzate da un leader prestigioso come Bernardino Verro, che era riuscito a fondare per loro una cooperativa di consumo, la cooperativa dei quotisti del feudo “Zuccarrone” e la cooperativa “Unione agricola”. Già nel 1907, Verro aveva ottenuto il riconoscimento dell’Unione Agricola Cooperativa quale ente intermediario del Banco di Sicilia. Un risultato importante, capace di dare un notevole impulso alle nascenti iniziative dell’impresa sociale di cui era direttore. Verro partecipò poi al congresso della Lega delle Cooperative, che si svolse a Cremona, illustrando il lavoro che stava facendo per il risveglio agricolo di Corleone, dove si stava impiantando una stazione di monta asinina e taurina ed un vivaio di viti americane. Nel secondo dopoguerra e negli anni ’60 il Banco di Sicilia a Corleone ha raccolto le rimesse dei tanti emigrati al nord e all’estero, ha erogato il credito agrario ai tanti coltivatori diretti, seguendo le altalenanti sorti dell’economia «isolana.
Un secolo fa – ha detto il direttore esecutivo Sicilia di UniCredit, Salvatore Malandrino, intervenendo alla cerimonia – il Banco di Sicilia era una delle poche banche legalmente riconosciute dallo Stato italiano come istituto di emissione, ed era quindi legittimato a battere moneta. Una funzione, questa, che all’epoca dette grande prestigio alla banca e che fu svolta sino alla riforma bancaria del 1926. Oggi siamo divenuti UniCredit – ha proseguito Malandrino – e il prestigio della banca è assicurato da una capillare ed efficiente rete operativa nel territorio al servizio di famiglie e imprese, ma anche dall’appartenenza ad un grande gruppo bancario che opera in 50 Paesi, con oltre 160.000 dipendenti e 9.500 filiali.”
Dino Paternostro
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