Le infiltrazioni mafiose e le azioni di contrasto. Sequestro, confisca e destinazione dei beni
Da anni si chiedeva l’approvazione di un codice antimafia con l’obiettivo di agevolare il contrasto alle mafie. Era diffusa la richiesta di un testo che, oltre a raccogliere le norme vigenti, affrontasse le criticità emerse nella legislazione penale e delle misure di prevenzione, con specifico riferimento all’introduzione di nuovi delitti, alla modifica di quelli esistenti, al potenziamento delle misure patrimoniali, a una più efficiente gestione dei beni sequestrati e una più rapida destinazione per fini sociali dei beni confiscati. Il 13 ottobre 2011 è entrato in vigore il D. L.vo 159/11, c.d. codice antimafia. L’azione condivisa delle associazioni e dei più attenti operatori del settore ha impedito l’approvazione di norme che avrebbero reso meno agevole il contrasto alle mafie, ma non ha colmato le lacune della legislazione e non ha evitato l’inserimento nel codice di disposizioni che fanno sorgere fondate perplessità e interrogativi, in particolare con riferimento alla gestione dei beni sequestrati e alla destinazione dei beni confiscati. CGIL e Magistratura Democratica ritengono necessaria una rapida riflessione con l’obiettivo di giungere rapidamente all’approvazione di un nuovo codice che, modificando quella ormai vigente, affronti le criticità del sistema potenziando, nel pieno rispetto delle garanzie, gli strumenti di contrasto delle mafie che rappresentano un ostacolo di fatto che impedisce la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, da rimuovere in applicazione dell’art. 3 cpv. della Costituzione
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