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L'assessore alla salute Massimo Russo |
Ciò che ti viene di dire, ex abrupto, di getto insomma, è una celebre espressione: ti è piaciuta la bicicletta, ora pedala. Ma con un katerpillar che lascia l’impronta del cingolato lungo il percorso, fare cenno alle biciclette significa farsi ridere in faccia. L’intervista, dunque. La “controparte” è Massimo Russo, assessore alla Sanità della Regione siciliana, di professione magistrato. Ha fatto il suo ingresso nel governo come tecnico prestato alla politica. In corso d’opera la politica ha avuto la meglio e il “prestito” si è concluso. ”Le mie scelte sono politiche, non potrebbe essere diversamente”, ama ripetere. “E mi sono messo in testa di cambiare un poco di cose, piaccia o meno”. Sicuro di sé e poco incline al compromesso, Russo frequenta le stanze dei bottoni come fossero aule di giustizia, con lo stesso piglio e naturalezza. La qualcosa non è, in linea di principio, affatto un buon modo di governare la complessità, ma dovendosi occupare della sanità, il luogo di indulgenze plenarie e di indecorosi patti inconfessabili, forse quel piglio e quella sicumera ci possono stare.
Assessore Russo, si rende conto che lei sta suscitando un gran vespaio di polemiche. A causa sua, il governo è in guerra con tutti. Come fate a vincere su più fronti? È lei il problema, il suo governo o che cosa?
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