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Rosario Oliveri, l'omicida |
Sono stati condannati a 23 anni e sei mesi ciascuno di reclusione Rosario Oliveri di anni 35 ed il padre Leoluca di 73 per omicidio volontario e premeditato in concorso di Giuseppe Palazzo, il lavoratore forestale di Corleone, ucciso in contrada Rubina il 7 luglio del 2008. Giuseppe Palazzo allora aveva 38 anni. La sentenza è stata emessa ieri sera nell’aula bunker del carcere di Pagliarelli dalla I° Sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto. Pubblico Ministero il dottor Giacomo Urbano, della Procura di Termini Imerese, che aveva chiesto l’ergastolo per Rosario Oliveri e 26 anni per il padre Leoluca, che ieri hanno assistito attoniti alla lettura della sentenza.. I due imputati sono stati condannati anche a risarcire i familiari di Giuseppe Palazzo e il comune di Corleone, accordando loro una provvisionale di 150 mila euro ciascuno, oltre alle spese di costituzione. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Gallina e Minolfo. I familiari della vittima ed il comune di Corleone si sono costituiti parte civile con gli avvocati Antonio Di Lorenzo, Onofrio Barbaria ed Adriana Di Giorgio. Il delitto, maturato per motivi banali di confine, ebbe luogo il 7 luglio 2008 con modalità drammatiche: Rosario Oliveri, dopo aver colpito con due colpi di fucile - uno alla mano ed il secondo mortale al petto - Giuseppe Palazzo, lo caricò con l’aiuto del padre Leoluca e del cognato di Giuseppe Palazzo, Carmelo Cortimiglia (teste oculare), sul cassone del suo fuoristrada per trasportarlo all’ospedale di Corleone. Qui il Palazzo giunse cadavere, mentre Rosario Oliveri entrò ancora con l’arma fumante all’interno del nosocomio e fu arrestato dalla Polizia. «Valuteremo con la Procura di Termini l’eventuale appello – ha dichiarato l’avvocato Antonio Di Lorenzo – per la pena inflitta a Oliveri Rosario, che è stato l’autore materiale del delitto e che ha avuto 23 anni e sei mesi, come il padre Leoluca, che nulla ha fatto per evitare l’omicidio».
Cosmo Di Carlo
Giornale di Sicilia, 5 ottobre 2011
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