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Antonio Ingroia |
''La mia e' stata intenzionalmente un'affermazione forte e provocatoria. Viste le reazioni, la provocazione ha avuto effetto. Evidentemente definirsi 'partigiano della Costituzione' e' diventata una bestemmia. L'arretramento del dibattito su temi come questo e' dovuto anche all'imbarbarimento del sistema politico''. Lo ha detto Antonio Ingroia, sostituto della Procura distrettuale antimafia di Palermo, spiegando ai microfoni di Radio Ies il suo intervento. ''Era ovvio che fosse un intervento caricato, posto a creare i presupposti per un dibattito su alcuni temi cruciali come la liberta' di espressione e opinione, anche da parte dei magistrati'', ha aggiunto il pm che, riguardo alla situazione della giustizia, ha poi spiegato: ''Il caso italiano ha profili di unicita' per il protagonismo dei magistrati. Credo che questo nasca da una serie di passi in avanti che la politica non ha fatto, lasciando spazi vuoti riempiti proprio dal protagonismo dei magistrati. Non e' giusto che a questo vuoto ovvii la magistratura, ma finisce per essere una conseguenza inevitabile, magari ingiusta; la magistratura non deve svolgere ruoli politici trainanti, ma deve poter partecipare al dibattito''. ''La magistratura super-partes - ha concluso - e' un requisito imprescindibile, ma dobbiamo uscire dall'ipocrisia di questo concetto. Il magistrato, applicando la legge, la interpreta ed e' mosso da valori costituzionali che non lo rendono del tutto neutrale''. Ingroia, domenica 30 ottobre, ha dichiarato di ''non sentirsi imparziale''. ''Anzi - ha aggiunto - mi sento partigiano''. Le sue parole, pronunciate a Rimini, durante il congresso del Pdci, hanno innescato una serie di polemiche. Al centro del dibattito, magistrati e maggioranza, con il Pdl che ha chiesto al Csm di aprire un fascicolo nei confronti del magistrato. ''Ingroia, solo nell'ultimo anno, e' intervenuto in due manifestazioni di Fli, sostenendo le stesse tesi e testimoniando un impegno civile analogo a quello del proprio maestro, Paolo Borsellino'', ha detto il parlamentare di Fli, Fabio Granata. ''In questi tempi bui - ha concluso - siamo tutti partigiani di legalita' e Costituzione, contro mafie, affaristi e cricche, ma soprattutto siamo al fianco di Ingroia''.
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha fatto notare che ''il sostituto Ingroia 'viola' la Costituzione e il suo comportamento mette in evidenza l'esistenza di una gravissima questione istituzionale che va posta e affrontata nelle sedi appropriate''. ''Prendiamo atto - ha aggiunto - che il dottor Ingroia, anche nella sua qualita' di magistrato, ha svolto consapevolmente un ruolo di provocazione politica, non certo con l'obiettivo di difendere la Costituzione - che egli viola, venendo meno ai doveri di imparzialita' sanciti proprio dalla nostra Carta fondamentale - ma con quello di mettersela sotto i piedi, a partire dallo stato di diritto, che e' fondato sulla divisione dei poteri''. ''Per dirla fuori dai denti: se un magistrato che si occupa dei rapporti mafia-politica, che e' dotato del potere di inviare avviso di garanzia, di realizzare custodie cautelari, di usare pentiti, a sua volta scende in politica e quindi evidentemente puo' servirsi dei poteri di cui e' dotato anche per 'mascariare gli avversari politici' e' evidente - conclude - che si crea in Italia una situazione anomala e insostenibile, con un ruolo inusitato di una parte della magistratura, evidentemente quella politicizzata, alla quale fa paradossalmente riferimento lo stesso Ingroia''. (ANSA).
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