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Giacomo Schirò racconta la strage del '47 |
Il 1° settembre la Flai-Cgil ha voluto significativamente riunire il proprio esecutivo regionale nella sala consiliare di Piana degli Albanesi, per concluderlo a mezzogiorno a Portella delle Ginestre, il luogo della strage contadina del 1° maggio 1947. Una scelta emblematica, per motivare il suo “no” alla cancellazione della Festa del lavoro, decisa dal governo nazionale nel recente decreto sul contenimento della spesa pubblica. Piana degli Albanesi e Portella delle Ginestre, nella memoria collettiva degli italiani, sono legate all’indignazione contro quell’atto criminale, dove persero la vita 11 persone, perpetrato dalla banda Giuliano, dalla mafia, dagli agrari e da forze reazionarie nazionali e internazionali. Non a caso, tutti gli anni, è uno dei luoghi in cui la Cgil organizza la manifestazione del 1° maggio. «Questo è il luogo dove l’apostolo dei contadini di Piana, Nicola Barbato, ci ha insegnato che il lavoro da dignità alle persone e le rende libere», ha raccontato sul pianoro di Portella Giacomo Schirò, uno dei sopravvissuti della strage del ‘47, rievocando la tragedia di 64 anni fa. «L’iniziativa di oggi – ha spiegato Nuccio Ribaudo, segretario generale della Flai-Cgil di Palermo – fa parte della mobilitazione in preparazione dello sciopero generale del 6 settembre, col quale vogliamo difendere sia gli interessi materiali dei lavoratori sia i grandi ideali che stanno alla base della nostra repubblica». «Il 1° maggio per noi siciliani è indissolubilmente legato alla terribile strage di Portella – ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil regionale – di cui dobbiamo custodire la memoria». «La scelta del governo di cancellare il primo maggio, il 25 aprile e il 2 giugno – ha aggiunto la dirigente sindacale - non ha sostanzialmente nessun impatto sulla spesa, mentre rischia di privare della memoria collettiva l’Italia». «Noi – ha sottolineato Totò Tripi, segretario generale della Flai-Cgil regionale – assumiamo comunque l’impegno che ogni primo maggio saremo qui, a Portella, per onorare i nostri martiri».
D.P.
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