La sezione Avis di corleone ha spiegato l'importanza della donazione del sangue, ma ha lanciato un grido d'allarme per il pericolo di essere sfrattata dai locali dell'ex Psichiatria dell'Ospedale
Il convegno di venerdì sera dell’Avis di Corleone, coordinato dalla prof.ssa Enza Crapisi, aveva l’obiettivo (ed è stato centrato!) di spiegare ai presenti (grazie all’ottima relazione del prof. Leoluca Criscione, “volato” dalla Svizzera a Corleone) che donare il sangue è un atto di amore verso il prossimo, ma anche verso se stessi, perché (lo diceva lo stesso titolo) "Chi dona sangue, migliora anche la propria salute". Ma aveva anche l’obiettivo di “festeggiare” un gruppo di volontari come quello di Corleone, che negli ultimi due anni ha fatto “miracoli”, riuscendo a raccogliere circa 600 sacche di sangue l’anno. Infine, aveva anche l’obiettivo di lanciare un grido d’allarme rispetto allo sfratto annunciato da parte dell’Asp di Palermo. Dal 1° gennaio dell’anno prossimo, infatti, pare che la sezione di Corleone dell’Avis, ospitata da anni in alcune stanze dell’ex Pschiatria, dovrà lasciare i locali. Non si capisce bene il perché, dato che quei locali non servono all’Azienda per ubicarvi altri servizi. Si capisce benissimo, invece, che lo sfratto danneggerebbe moltissimo l’associazione e la sua capacità di svolgere la sua unica e importante “missione”: la raccolta di sangue per salvare tante vite umane. Non a caso, davanti al presidente dell’Avis di Corleone Gianfranco Scianni, e ai consiglieri della stessa Associazione, e al direttore sanitario dell’Avis di Palermo, Giovanni Troia, il sindaco Nino Iannazzo e i consiglieri Vincenzo Labbruzzo e Dino Paternostro hanno assunto l’impegno, ciascuno per la propria parte, a sostenere la sezione dell’Avis di Corleone, impedendo che resti senza una sede. «In questi mesi – ha detto in particolare Paternostro - con l’assessore regionale alla salute e con il direttore generale dell’Asp di Palermo abbiamo avuto un confronto continuo per scongiurare il depotenziamento dei servizi sanitari, a cominciare dall’ospedale. E, pur tra tante difficoltà, qualche risultato positivo l’abbiamo raggiunto. Nei prossimi giorni ci adopereremo affinché ci sia un confronto serio e sereno anche sui locali dell’ex Psichiatria utilizzati dall’Avis, con l’obiettivo di evitare lo sfratto».
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