“E' bene fare chiarezza su ciò che sta accadendo all'Amia nel corso dell'attuale gestione commissariale: dagli uomini inviati dal ministero ci saremmo aspettati un piano industriale strutturato capace di rimettere in piedi l'azienda, dare garanzie ai lavoratori e fornire risposte ai creditori, invece il loro operato fino ad oggi è stato pieno di contraddizioni”. Lo dice Salvatore Orlando, consigliere comunale di Idv a Palermo. “Innanzitutto – aggiunge Orlando - mi chiedo quale credibilità possano avere quei commissari che ad aprile avanzano al comune una richiesta di 19 milioni di euro salvo poi, in fase di approvazione di bilancio, ammettere che possono bastarne sei. Secondo punto: i commissari dicono che sul versante dei pagamenti ai creditori le colpe sarebbero del comune che non ha attuato il concordato, mentre sul versante del recupero crediti la colpa sarebbe della Regione che non ha attuato il piano rifiuti. Ma allora loro, che in base al decreto percepirebbero per l'incarico circa 700 mila euro l'anno ciascuno, che ci stanno a fare? Non vorremmo che il loro mandato si limitasse alla vendita – o svendita – dei beni e degli immobili di proprietà dell'Amia, e alla successiva messa in liquidazione dell'azienda: se così fosse in saremmo di fronte ad una vera e prproia operazione speculativa ai danni della città.
Terzo punto: non si può permettere che Palermo sia tenuta sotto il ricatto della mancata raccolta dei rifiuti a causa di agitazioni sindacali che non hanno nulla a che fare con i diritti e le tutele dei lavoratori”. “Insomma – conclude Orlando - la situazione è critica sotto tutti i punti di vista, anche perché il mancato risanamento dell'Amia metterebbe a rischio l'intero assetto patrimoniale del comune. Serve un segnale di responsabilità: il sindaco istituisca un tavolo tecnico alla presenza dei commissari, per salvare l'azienda e tutelare Palermo e i cittadini”.
24 luglio 2011
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