Il ministro Saverio Romano |
LA DIFESA DEL MINISTRO - "Il gip Giuliano Castiglia non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal Pm Antonino Di Matteo nel procedimento che mi ha visto indagato quasi ininterrottamente per otto anni anche se l'indagine era tecnicamente spirata nel novembre del 2007. Questi semplici ma inconfutabili dati dimostrano il corto circuito tra le istituzioni e dentro le istituzioni". Lo afferma il ministro per le Politiche agricole, Saverio Romano. "Il fallimento del sistema giudiziario - prosegue Romano - vive nella interminabile condizione che si riserva al cittadino Saverio Romano in un periodo di tempo che nella sua enorme dimensione rappresenta già una sanzione insopportabile anche se l'epilogo sarà quello da me auspicato. Del resto sarebbe di contro parimenti fallimentare un sistema della giustizia che ha lasciato operare per così tanto tempo un uomo politico che potrebbe aver commesso l'infamante reato di concorso con Cosa Nostra. Purtroppo ormai da quasi 20 anni il nostro Paese assiste ad uno spettacolare conflitto che in questi ultimi mesi all'approssimarsi della riforma giudiziaria si è acuito. Sono addolorato e sconcertato; con questo provvedimento non viene chiesta solo la formulazione dell'imputazione per il sottoscritto ma vengono messe in discussione le conclusioni alle quali dopo lunghissimi approfondimenti era pervenuta la Procura di Palermo. Difenderò in ogni sede il mio nome, per me, per i miei familiari e per la comunità politica che rappresento".
REAZIONI "Per difendere al meglio in ogni sede il suo nome, come il ministro romano ha promesso di voler fare, gli consigliamo di dare immediate dimissioni. Solo così potrà garantire allo stesso il suo impegno nel processo che lo vedrà coinvolto e tutelare l'istituzione che in questo momento rappresenta". Lo dice Laura Garavini, capogruppo Pd nella commissione bicamerale antimafia. "Aveva ragione il Presidente della Repubblica a esprimere perplessità sulla nomina di Saverio Romano a ministro. L'imputazione coatta per mafia richiesta dal gip di Palermo rende incompatibile la permanenza di Romano al governo e sarebbero auspicabili le sue immediate dimissioni".Lo dichiara il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino."L'Italia non può permettersi di avere un ministro imputato per mafia - dice - tanto più che la sua nomina non è stata frutto di un percorso politico ma una remunerazione per avere abbandonato l'Udc, facendo da stampella al governo".
La Repubblica, 8.7.2011
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