di Agostino Spataro
Da troppo tempo, la Sicilia è ferma; ostaggio del conservatorismo dei suoi gruppi dominanti. Questo è il nodo politico centrale che, però, nessuno dei responsabili è disposto ad ammettere e, soprattutto, ad affrontare. Anzi, guai a chi fa notare le vistose crepe di questo mostruoso edificio del potere costruito intorno alla Regione. Ferma, per modo di dire. In realtà, va indietro, si allontana dagli standard raggiunti da altre regioni, non solo del centro nord. Sì, perché nelle dinamiche economiche e sociali la fissità non esiste: chi sta fermo viene sorpassato da altri che camminano. E così vediamo l’Isola, le sue belle province, quasi sempre precipitate al fondo di tutte le classifiche statistiche. Senza che succeda nulla. Il vero dramma della Sicilia sta anche in questa mancanza di percezione, di reazione, di opposizione. I giovani, invece di reagire, se ne vanno, dolenti e rassegnati, in cerca di un lavoro degno, di luoghi di studio e di cura più idonei al bisogno. Restano i figli dell’illegalità, della raccomandazione, del clientelismo deteriore. La Sicilia sembra fatta per loro. Solo per loro. LEGGI TUTTO
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