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A Partinico con Telejato |
Dopo la lunga e travagliata guerra civile contro l’ostilità dei nostri beneamati coordinatori Beppe, Roberto e Sandro, siamo riusciti col sudore e le lacrime a strappare 15 minuti di sonno extra, come potete intuire, fondamentali alla comunità. Qualunque comune mortale, in ferie o in vacanza dal croggio scolastico rimmarrà piuttosto perplesso davanti al nostro entusiasmo per 15 minuti guadagnati, ma vi assicuro tra le 6.15, quando albeggia e le 6.30 esiste un mondo d’infinite meraviglie. Quindi stamani ci siamo svegliati, chi nella fredda e cruda terrazza, chi nella propria camera, cullato dal lieve tepore del lenzuolo, un po’ più riposati e carichi per la giornata, ma ahimè ancora ignari della modalità secondo la quale si sarebbero svolte le ore successive. Il nostro destino è stato condizionato da una semplice parola: PUMMARORA (pomodori) Il lavoro è stato certamente poco faticoso e molto divertente ed è durato gran parte della mattinata e che ci ha visti rientrare a casa puzzolenti di zolfo. In ritardo (come al solito) siamo partiti con i tre splendidi furgonicini e due macchine alla volta di Partinico. Qui siamo andati alla redazione di TELEJATO, un canale televisivo di frequenza locale, diretto da Pino Maniàci, i cui i due terzi trattano di mafia. Siamo stati accolti in modo molto insolito dal direttore, che si è presentato come una persona di carattere giovanile, scherzoso e schietto. Alcuni di noi sono diventati per cinque minuti giornalisti, leggendo in diretta tv i titoli del telegiornale. Siamo rimasti molto colpiti dall’animo di Maniàci: è un uomo con le palle, con un modo geniale di combattere la mafia, prendendo in giro i suoi componenti nei servizi televisivi. Lui è stato più volte minacciato dalla mafia che ha cercato spesso di ucciderlo, ma ce n’ha parlato scherzosamente, facendo molte battute e rifilandoci parecchie parolacce, secondo noi per esorcizzare la paura. Lo ammiriamo tantissimo e siamo stati tutti colpiti dalla sua grande forza d’animo. E’ un uomo che guarda in faccia la realtà e critica apertamente la mafia senza farsi intimidire. Ci ha fatto riflettere sull’importanza della libera informazione, che in Italia è sempre più mascherata, nonostante l’articolo n°21 della costituzione. Lo spavaldo giornalista in questione ha poi brevemente accennato alla sua modica cifra di querele, pari a 308, sicuramente inferiori a quelle del più grande boss di Casa Nostra, sempre con il suo solito sarcasmo quasi impercettibile. Maniàci ha affermato apertamente che il sarcasmo è il più efficace antidoto contro la paura, costante nella realtà siciliana, e non esiste affronto peggiore per ogni menbro di un qualunque clan mafioso della pura e semplice presa di culo. Risulta quasi surreale quanto un uomo come Maniàci, vittima di svariati tentativi di omicidi e forme d’intimidazione, sopravvisuto per pura casualità, come ad esempio il doppio nodo alla cravatta, insegnatoli da suo padre e rivelatosi inaspettatamente e fortunatamente utile per la sua stessa sopravvivenza.
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A Cinisi a Casa Memoria |
Dopodichè ci siamo diretti a Cinisi, nella vecchia casa di PEPPINO IMPASTATO. Qui ci è stata raccontata la sua storia, molto travagliata e interessante, e abbiamo riflettuto molto su quanto sia stato difficile per lui abbandonare la famiglia per portare avanti i suoi ideali. Infine siamo andati alla CALA ROSSA, tipica spiaggia rocciosa siciliana, dove ci siamo scatenati facendo mille foto, dato il paesaggio spettacolare baciato dal tramonto. Siamo arrivati a casina sul tardi, e abbiamo festeggiato il compleanno di Martina e Elia, con la gustosa “cassata”.
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