venerdì, luglio 29, 2011
All’Ars un ddl per l’abolizione delle Province. Al loro posto i liberi consorzi tra Comuni
di Salvo Cataldo Cancellare le Province ed effettuare il taglio dei costi della politica si può e non c’è l’esigenza di un passaggio costituzionale in parlamento. Ne è convinto Calogero Speziale, parlamentare regionale del Partito democratico, autore di un disegno di legge già depositato negli uffici della commissione Affari istituzionali dell’Ars. Il testo, composto da 13 articoli, prevede la soppressione delle nove “Province regionali”, istituite con una legge del 1986, e la nascita dei cosiddetti “liberi consorzi” tra Comuni (previsti dallo Statuto) che “subentreranno nelle competenze e nelle funzioni del28 luglio 2011le Province”. Al vertice dei neonati organi provinciali, cui i Comuni potranno aderire spontaneamente, ci sarà il sindaco del Comune capofila. “Nessuna indennità – si sottolinea al comma 3 dell’articolo 5 – è dovuta ai componenti” degli organi di guida dei consorzi. “Il taglio delle spese avverrà progressivamente – ha spiegato Speziale, nel corso di una conferenza stampa -. Col tempo i dipendenti delle province andranno in pensione e con il contemporaneo blocco del turn-over il loro posto sarà preso dai tanti dipendenti comunali”. I beni immobili delle Province, invece, andranno a Comuni e Regione. “Il ddl è già stato incardinato in prima commissione e credo che si possa iniziare il dibattito già a partire da settembre, dopo la manovra di bilancio – ha affermato Speziale -. Da parte mia non c’è alcun veto, sono disponibile al confronto con tutti i parlamentari che vogliano migliorare il testo. Il governo ha pronto un proprio ddl? Lo presenti – è stata la risposta del parlamentare nisseno – e collaboreremo per un testo unico. L’importante è che si inizi a lavorare in questa direzione e che i tagli ai costi della politica non restino soltanto buone intenzioni enunciate sui giornali. Al momento le nove province siciliane hanno un costo annuo di 900 milioni”. Sulla legge, in realtà, pesa l’incognita di un passaggio nei due rami del parlamento nazionale, dal momento che modificherebbe una materia regolata dallo Statuto regionale che ha rango costituzionale. L’ipotesi è scartata da Speziale: “La legge del 1986 istituisce le ‘Province regionali’, di cui non si fa cenno nello Statuto. L’abolizione delle Province si può fare con una semplice legge regionale”. Il ddl detta anche le condizioni di base per la nascita di un consorzio: almeno venti Comuni componenti e che siano “contingui” fra di loro, una popolazione complessiva di almeno 200 mila abitanti.
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