Oliviero Toscani |
L'ex assessore all'attacco di Sgarbi: "Da Salemi sono scappato di corsa. Lui è ingenuo e generoso ma laggiù la rivoluzione dovrebbe farla la gente. Invece mi hanno deluso tutti e non cambia niente"
Di Salemi Oliviero Toscani vorrebbe proprio non sentire mai più parlare. Ma la recente indagine patrimoniale sull'ex deputato Giuseppe Giammarinaro, e soprattutto le aspre parole di Vittorio Sgarbi che lo chiamano in causa minimizzando le dichiarazioni da lui rese ai pm di Palermo, costringono il celebre fotografo, per qualche mese assessore della singolare giunta di Salemi, a tornare sull'argomento. E di certo Toscani non fa nulla per abbassare i toni della polemica. Anzi.
"Io sono scappato dalla Sicilia, e di corsa. Lì è impossibile lavorare, fare qualsiasi cosa. È una terra bellissima, ma ci sono i siciliani, anzi c'è il sistema Sicilia che a Salemi è granitico, incancrenito e che la gente sopporta non capisco come. Per me l'esperienza siciliana è stata un vero incubo".
Toscani, ai pm lei ha denunciato presunte pressioni mafiose, adesso invece se la prende con i siciliani. Come stanno le cose?
"Ma alla fine non c'è grande differenza. Guardi, io queste cose le ho dette in piazza, alla gente di Salemi, la sera prima di andare via. In privato tanti mi hanno dato ragione, ma poi nessuno dice niente, nessuno fa niente, non parla nessuno. L'omertà non è un'invenzione. Mi sembrava di vivere un film neorealista. Adesso provo quasi imbarazzo a fare discorsi da leghista, ma è così: siamo un paese mafioso. Anzi, voglio lanciare una provocazione: sela Lega vuole acchiappare nuovi consensi, vada giù. Dividiamo in due l'Italia e non se ne parli più".
Allora ha ragione Sgarbi quando dice che lei non è andato via per le pressioni di Giammarinaro sulla giunta ma per gli ostacoli ambientali, del sistema, della burocrazia?
"In parte è vero. La mafia è la burocrazia siciliana, non è una sensazione, è vero. Lo dicono tutti, lo sanno tutti. È un sistema granitico del quale a Salemi Giammarinaro è certamente un punto di riferimento. Che lui partecipava alle riunioni di giunta è vero, Sgarbi può negare quanto vuole. Detto questo, quando sono venuto giù sposando con entusiasmo il progetto di Vittorio, non pensavo che ci fosse una situazione politica così incancrenita e con il consenso silenzioso di tutta la città, anche di quella che non vorrebbe. La città è succube di questo sistema mafioso".
Ci vuol fare un esempio di questo sistema?
"Guardi, è presto fatto. Quando arrivi in Sicilia, la prima cosa che ti dicono è: "Ci sarebbe un modo di farsi finanziare questo progetto..." e naturalmente ci vogliono le persone giuste al posto giusto, bisogna andare sottobraccio con questi orribili figuri nei corridoi del potere. Tutti pensano a come farsi finanziare con soldi pubblici, nessuno pensa a produrre. Io sono lombardo, per me è impensabile. Se a Sgarbi va bene, resti pure. Ma alla fine lui, con il suo garantismo, finisce con il garantire l'illegalità".
Lui veramente dice di aver fatto la rivoluzione a Salemi.
"Ma quale rivoluzione, mi faccia il piacere. Cosa ha fatto in tre anni? Niente. Ha fatto parlare di Salemi? E che vuol dire? Anche Totò Riina fa parlare di Corleone. La verità è che Sgarbi parla, parla, parla, ma non conclude nulla. Guardi, Vittorio è un ingenuo, io gli voglio anche bene, è un uomo generoso, umanamente lo conosco bene, ma lì la vera rivoluzione la dovrebbe fare la gente. E invece mi hanno deluso tutti, non cambia niente. Adesso questa indagine su Giammarinaro ha fatto uscire di nuovo le mie dichiarazioni. Ma non è normale che parli solo io. Queste cose le aveva dette anche Rostagno, e l'hanno fatto fuori. Mia moglie, che è norvegese, dice che sono un pazzo".
Allora conla Sicilia lei ha proprio chiuso?
"Basta, è come se fossero tutti morti. Mi sono proprio rotto le palle e non ne voglio sapere più niente. Con Salemi ho già perso tanti soldi, tanto tempo, ed è stato tutto inutile".La Repubblica-Palermo , 22.5.2011
Toscani, ai pm lei ha denunciato presunte pressioni mafiose, adesso invece se la prende con i siciliani. Come stanno le cose?
"Ma alla fine non c'è grande differenza. Guardi, io queste cose le ho dette in piazza, alla gente di Salemi, la sera prima di andare via. In privato tanti mi hanno dato ragione, ma poi nessuno dice niente, nessuno fa niente, non parla nessuno. L'omertà non è un'invenzione. Mi sembrava di vivere un film neorealista. Adesso provo quasi imbarazzo a fare discorsi da leghista, ma è così: siamo un paese mafioso. Anzi, voglio lanciare una provocazione: se
Allora ha ragione Sgarbi quando dice che lei non è andato via per le pressioni di Giammarinaro sulla giunta ma per gli ostacoli ambientali, del sistema, della burocrazia?
"In parte è vero. La mafia è la burocrazia siciliana, non è una sensazione, è vero. Lo dicono tutti, lo sanno tutti. È un sistema granitico del quale a Salemi Giammarinaro è certamente un punto di riferimento. Che lui partecipava alle riunioni di giunta è vero, Sgarbi può negare quanto vuole. Detto questo, quando sono venuto giù sposando con entusiasmo il progetto di Vittorio, non pensavo che ci fosse una situazione politica così incancrenita e con il consenso silenzioso di tutta la città, anche di quella che non vorrebbe. La città è succube di questo sistema mafioso".
Ci vuol fare un esempio di questo sistema?
"Guardi, è presto fatto. Quando arrivi in Sicilia, la prima cosa che ti dicono è: "Ci sarebbe un modo di farsi finanziare questo progetto..." e naturalmente ci vogliono le persone giuste al posto giusto, bisogna andare sottobraccio con questi orribili figuri nei corridoi del potere. Tutti pensano a come farsi finanziare con soldi pubblici, nessuno pensa a produrre. Io sono lombardo, per me è impensabile. Se a Sgarbi va bene, resti pure. Ma alla fine lui, con il suo garantismo, finisce con il garantire l'illegalità".
Lui veramente dice di aver fatto la rivoluzione a Salemi.
"Ma quale rivoluzione, mi faccia il piacere. Cosa ha fatto in tre anni? Niente. Ha fatto parlare di Salemi? E che vuol dire? Anche Totò Riina fa parlare di Corleone. La verità è che Sgarbi parla, parla, parla, ma non conclude nulla. Guardi, Vittorio è un ingenuo, io gli voglio anche bene, è un uomo generoso, umanamente lo conosco bene, ma lì la vera rivoluzione la dovrebbe fare la gente. E invece mi hanno deluso tutti, non cambia niente. Adesso questa indagine su Giammarinaro ha fatto uscire di nuovo le mie dichiarazioni. Ma non è normale che parli solo io. Queste cose le aveva dette anche Rostagno, e l'hanno fatto fuori. Mia moglie, che è norvegese, dice che sono un pazzo".
Allora con
"Basta, è come se fossero tutti morti. Mi sono proprio rotto le palle e non ne voglio sapere più niente. Con Salemi ho già perso tanti soldi, tanto tempo, ed è stato tutto inutile".
1 commento:
"la rivoluzione dovrebbe farla la gente" dice Toscani.
Ha ragione. Niente di più vero, ma di certo è stato di gran lunga più semplice per lui denunciare per poi scappare.
Noi se denunciamo i fatti dobbiamo poi continuare la nostra convivenza con questo sistema, con la paura di poterne pagare le conseguenze.
Con ciò non vogio dire che è meglio stare zitti, ma chi ci sta dentro sa che non è facile.
Invito il signor Toscani a non descrivere i siciliani come persone incapaci di reagire ed eviterei offese al popolo siciliano visto che per avere la metà del benessere deve lavorare il doppio.
La ringraziamo per il suo contributo a Salemi, ma ci risparmi la predica. Non è la persona adatta.
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