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Il corpo senza vita di Giuliano nel cotile Di Maria |
di Giuseppe Casarrubea Sono quasi vent’anni che studio i retroscena e i lati oscuri della storia italiana dal 1943 in poi. Un lavoro che ho sempre sentito il dovere di divulgare attraverso la pubblicazione di molti libri (FrancoAngeli e Bompiani) e, da qualche anno, sul blog che state leggendo. Una ricerca che ho iniziato nel lontano 1994 con lo studio delle carte del processo di Viterbo e del successivo Appello di Roma concernenti la strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), di cui domani ricorre il 64° anniversario. Mi sarei aspettato stima e approvazione per questo mio lavoro. Soprattutto dalle forze sindacali e politiche della sinistra, nonché dal mondo della storiografia accademica. Invece no. La mia fatica ha attirato critiche e malumori, assai più che dalla destra fascista e berlusconiana. O peggio ancora l’ignoramento. Mi sono cascati addosso persino dei processi, come quello intentatomi dal generale dell’Arma Roberto Giallombardo, nel 1997, conclusosi con la mia assoluzione dieci anni dopo.
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