venerdì, maggio 27, 2011

Corleone. Inutilizzabile l'archivio del Centro Internazionale di Documentazione sulla mafia e sul movimento antimafia. Chi sono i responsabili?

La stanza del Cidma con i faldoni e le foto di L. Battaglia
(ANSA) - PALERMO, 26 MAG - Si chiama la 'Stanza dei faldoni' e custodisce centinaia di documenti del maxiprocesso donati dalla camera Penale del Tribunale di Palermo. Peccato che solo un faldone, su intere decine, sia consultabile. L'intero archivio non e' ordinato, non esiste un inventario e l'unico volume che il pubblico puo' sfogliare e' quello che raccoglie le dichiarazioni rilasciate dal noto pentito Tommaso Buscetta al giudice Falcone. Accade a Corleone, al centro internazionale di documentazione sulle mafie e movimento antimafia. ''Questi faldoni sono stati donati al Cidma di Corleone nel 2000, per l'inaugurazione della struttura - spiega Massimiliana Fontana, unica referente del centro - ma da 11 anni aspettiamo che si proceda alla digitalizzazione dei documenti. Senza, e' impossibile, per chi deve fare una ricerca, trovare dei riferimenti precisi. E' come cercare un ago in un pagliaio''. All'interno del Centro c'e' anche la 'stanza del dolore' con le foto della fotografa Letizia Battaglia e della figlia Shobha, mentre l'incuria non ha risparmiato neanche la sala 'Carlo Alberto Dalla Chiesa', dedicata al generale ucciso a Palermo nel 1982, dove campeggiano le foto di alcuni boss arrestati. ''Sono state donate dal giornalista Gery Palazzotto, ma non possiamo neanche prestarle per altre mostre perche' troppo sbiadite''. Inaugurato il 12 dicembre del 2000 alla presenza delle massime autorita' dello Stato, come l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e Pino Arlacchi, allora vice segretario dell'Onu, il Centro negli anni e' ''diventato oggetto di conflitti politici e di fatto lasciato allo sbando - spiega la custode - gli unici contratti possibili degli addetti sono pagati con i soldi del biglietto (5 euro), ma la maggioranza di persone che vengono a Corleone non ne conosce neanche l'esistenza''. Chi invece e' qui per una ricerca specifica, torna a mani vuote, e spesso si tratta di increduli stranieri: ''come una ragazza di Parigi, arrivata a Corleone per consultare dei documenti sulla mafia utili alla sua tesi di laurea. Dopo aver sfogliato l'unico faldone disponibile su Buscetta - conclude Massimiliana Fontana - si e' arresa all'evidenza''. (ANSA).
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La situazione del Cidma di Corleone è davvero scandalosa. Una struttura simbolicamente così importante non può essere lasciata nell'abbandono, senza nessuno che abbia davvero i titoli giuridici e scientifici per mettere i visitatori nelle condizioni di visitarlo proficuamente. Sono tanti i responsabili di questo sfascio. I primi furono l'ex sindaco Nicolò Nicolosi e l'attuale sindaco Nino Iannazzo, che si sono fatti la guerra sulla pelle di questa struttura. Adesso la responsabilità resta sulla testa dell'attuale presidente Marcello Barbaro, che ha l'attenuante dell'assoluta mancanza di finanziamenti, ma l'aggravante di restare abbarbicato alla poltrona di presidente. La responsabilità grandissima, comunque, resta tutta dell'attuale sindaco Iannazzo, che ha preferito far morire il Cidma pur di non lasciarvi operare i suoi avversari politici. L'anno scorso ha concesso, incredibilmente, la cittadinanza onoraria a Barbaro. Si pensava alla "pace" e al rilancio della struttura. Invece niente. Adesso l'unica soluzione sarebbe le dimissioni di tutti e la ricostituzione di una associazione che gestisca il Cidma, composta da tutte le associazioni antimafia più rappresentative, come già era stato fatto nel 2000/2001. Ma la bramosia di potere degli inquilini del municipio difficilmente lo permetterà. (d.p.)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

voglio fare solo una precisazione per i maleinformati, che i faldoni sono presenti al cidma per merito dell'onorevole nicolosi dal 2004.

Anonimo ha detto...

Io ho effettuato una ricerca per la mia tesi nel 2007 e non ho avuto nessuna difficoltà a trovare informazioni ed a seguire l'ordine dei faldoni.
E' capitato che, all'interno dei faldoni, i fascicoli non fossero in rispettoso ordine cronologico, ma questo non ha danneggiato il buon risultato della ricerca.
Ovviamente, una ricerca di informazioni consultando il contenuto degli atti del maxi processo non può durare un paio di ore o un giorno, neanche se i faldoni fossero ordinati e catalogati.
Potrebbe aiutare molto una digitalizzazione, ma ancora non è stata fatta neanche sugli originali che stanno nell'archivio del Tribunale a Palermo...

Anonimo ha detto...

PERCHE' DIRE CHE NICOLOSI E' STATO UNO DEI RESPONSABILI DI QUESTO SFASCIO, E' DA IPOCRITA REPRIMERE LA REALTA'. AI TEMPI DI NICOLOSI, IL CID MA FUNZIONAVA E FUNZIONAVA BENE. QUINDI, SE OGGI IL CIDMA SI TROVA IN QUESTA SITUAZIONE E' SOLO COLPA DI QUESTA AMMINISTRAZIONE.
CAVALLO BIANCO

DINO PATERNOSTRO ha detto...

Tra anonimi e "cavalli bianchi", nessuno che abbia il coraggio di metterci la faccia in quello che scrive! La "guerra" Nicolosi-Iannazzo per il Cidma non me la sono inventata io. C'è stata e c'è ancora con sentenze di tribunali e ricorsi. Tutto questo ha paralizzato e paralizza la struttura, ridotta adesso a non si capisce bene cosa. La responsabilità finale, comunque, sta tutta in capo al sindaco-capriccioso attualmente in carica, che sta lasciando morire la struttura famosa in tutto il mondo, che è un contenitore semi-vuoto