I due operai Ato sui tetti del municipio |
Gli operai dell’Ato-rifiuti di Corleone non ce l’hanno fatta più ad aspettare gli stipendi di febbraio e marzo che ancora non arrivano. E, verso mezzogiorno, due di loro – Giovanni Mercatante e Paolo Oliveri – hanno inscenato una protesta clamorosa, salendo sul tetto del municipio, in piazza Garibaldi. «Non scenderemo se prima non ci pagano gli stipendi che aspettiamo da tempo!», gridava Mercatante, della Fp-Cgil. E Oliveri: «A me l’Enel ha tagliato la luce e se non mi danno i soldi non me ne vado!». Sono arrivati i carabinieri, i poliziotti, i vigili urbani e persino i vigili del fuoco, che, per precauzione, hanno istallato un telone davanti al municipio, sotto il muro da cui si sporgevano pericolosamente i due operai. Poi è arrivato anche il sindaco, alcuni assessori, qualche consigliere comunale. Telefonate a Monreale, nella sede dell’Ato, per capire se si potevano pagare gli stipendi. Ma la confusione regnava sovrana: nessuno era in condizione di dire niente di preciso a nessuno. Forse si paga, ma non, non ci sono soldi. Per scongiurare qualche disgrazia, il sindaco si impegnava ad anticipare di tasca sua gli stipendi agli operai di Corleone, firmando uno specifico assegno. Ma gli operai temevano l’ennesima presa in giro. Trattative febbrili, telefonate, per far cessare la pericolosa protesta. Finalmente, intorno alle 16.30, gli operai si convincevano a lasciare i tetti del palazzo municipale. «Ma se domani non pagano, ci torniamo e non scendiamo più. Questa non è vita che si può fare, i nostri figli hanno diritto a vivere serenamente…».
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